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Atalanta, Gasperini: “Potevo finire al Napoli nel 2011. Colpii Maradona, ricevetti insulti di ogni tipo”

"Al Napoli invidio Insigne e Hamsik, sono il top anche in Europa"

Redazione ITASportPress

In vista della sfida contro il Napoli, in programma sabato alle 18 al San Paolo, che aprirà il programma della 26^ giornata, Gian Piero Gasperini ha parlato a Il Mattino. Ecco quanto dichiarato dall'allenatore dell'Atalanta: "Temo la qualità e l'organizzazione del gioco di Sarri. E in più la fiducia che ormai ha in lui il gruppo che allena. Al Napoli invidio Insigne e Hamsik, sono il top anche in Europa: sono divenuti grandi crescendo nel Napoli, rende la cosa ancora più bella. Hanno spirito di appartenenza".

PAVOLETTI -"Che sia arrivato in un top club come il Napoli non mi sorprende. E' un attaccante con grandi qualità: io consigliai a Conte di inserirlo almeno nella lista dei 30 per gli Europei. I suoi goal sono stati determinanti per i nostri successi al Genoa. Quest'anno mi pare sia molto condizionato dagli infortuni: ci vuole pazienza, ma non è mai facile inserirsi a gennaio in una squadra così collaudata come il Napoli".

DE LAURENTIIS vs SARRI - "Tutta questa situazione che si è creata alla fine darà maggiore attenzione e concentrazione a tutto l'ambiente. Poi il valore di Sarri rimane immutato. Magari De Laurentiis ha voluto solo creare della pressione positiva. Se passano il turno avranno entrambi ragione, ma non è semplice. Tuttavia il Napoli può vincere 2-0 in casa con il Real Madrid, è una cosa possibile. Il Real Madrid in trasferta è meno temibile che al Santiago Bernabéu e il Napoli al San Paolo è diverso da quello in trasferta".

RETROSCENA - "Nella primavera 2011 qualcosa si mosse. Mazzarri aspirava a finire alla Juventus e De Laurentiis pensò a me nel caso in cui fosse andato via. Mazzarri restò e non successe nulla. Non ci ho mai creduto tantissimo che potesse succedere".

MARADONA - "Per giorni non mi fecero chiudere occhio, ricevetti insulti di ogni tipo: misi k.o. Maradona, un dio in terra. Sì, lo colpii con una manata (Pescara-Napoli del 5 marzo 1989, ndr), lui stramazzò al suolo, pieno di sangue: aveva una ferita al labbro che curarono poi con quattro o cinque punti di sutura. Una grande paura. Ma non lo feci apposta. Però, non me lo perdonarono facilmente i tifosi del Napoli".