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ATALANTA, il miglior vivaio d’Italia… pesca in Africa

Il vivaio dell'Atalanta ha prodotto negli anni alcuni tra i migliori calciatori italiani, ma ora guarda in Africa ed ex Jugoslavia per nuovi talenti.

Emanuele Costa

C'era una volta l'Atalanta, una delle migliori squadre d'Italia a livello di settore giovanile: negli anni, dagli "under" della Dea sono venuti fuori campioni come Donadoni, Tacchinardi, Zaza, Baselli, Montolivo, Pazzini e Bonaventura. Il sistema Atalanta, però, adesso si sta rinnovando, come spiegato dal responsabile dello sviluppo giovani, Maurizio Costanzi, La Gazzetta dello Sport.

Se fino a qualche anno fa i giocatori venivano selezionati solo in Italia, e in particolar modo in Lombardia, nella fascia d'età tra i 12 e i 14 anni, adesso l'Atalanta va a pescare più lontano, per adattarsi al cambiamento del calcio moderno: «Il futuro è tecnica, fisico e intensità, tutto insieme. Alcuni atleti africani e gli slavi atleticamente hanno qualcosa in più. Guardare l’Italia non è più sufficiente». Ecco perché gli scout dell'Atalanta adesso mirano al continente africano e alla ex Jugoslavia, selezionando talenti anche di età superiore ai 16 anni, per inserirli da subito nel proprio sistema di giovanili ed arrivare, gradualmente, a portarli in prima squadra. Un sistema che cerca di mutuare anche elementi "catalani", per così dire, perché la Dea sta provando a sperimentare anche a livello tattico un'uniformità di stile comune a tutte le categorie under: se non a livello di schema, perlomeno un'idea di gioco comune, con continui scambi di opinioni tra preparatori della prima squadra e delle giovanili.

Certo, nel calcio globalizzato non ci si può più attendere che l'Atalanta continui a sfornare solo talenti italiani: d'altro canto, però, oltre ad avere una delle più alte percentuali di giocatori "da vivaio", ovvero ancora in rosa ma con almeno tre stagioni nel club tra i 15 e i 21 anni (è il 21,4%, secondi solo all'Empoli che sfoggia un 22,2%), la società orobica presenta anche un ottimo "tasso d'impiego" dei propri ex-giovani nelle altre squadre di Serie A, ed è un pilastro delle nazionali giovanili che continuano a guardare all'Atalanta come una grande scuola, una scuola di calcio.