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Atalanta, Masiello: “Champions, siamo in corsa. Rigiocherei la finale di Coppa Italia…”

Il difensore è intervenuto a La Sei TV

Redazione ITASportPress

Solo pareggio (con polemiche) per l'Atalanta ieri, domenica 10 novembre, in casa della Sampdoria. I punti comunque per i nerazzurri sono 22, un bottino ottimo per queste prime dodici giornate di campionato. Così il difensore Andrea Masiello a La Sei TV per commentare questo avvio della Dea: "La mancata espulsione di ieri è stata vista da tutti, è un episodio che ci penalizza tanto perché quel dettaglio poteva influire sul risultato. Era giusta la penalizzazione, così come il cartellino rosso, che poi è arrivato per Malinovskyi. Eravamo un po' amareggiati, comunque, per la prestazione in generale, perché non possiamo andare sempre a mille. Sono comunque convinto che stiamo disputando uno straordinario campionato e meritiamo di stare lì in alto, cercheremo di rimanerci il più possibile. Quest'anno abbiamo superato ogni limite".

Sulle nuove regole introdotte nel mondo del calcio: "Non capiamo proprio tutto, ci hanno spiegato che se un avversario calcia e poi la palla va sulla mano è calcio di rigore; se invece intervieni sdraiato, non è rigore. Se ti colpisce su una parte del corpo e poi sulla mano non è mai rigore, altrimenti giochiamo coi pantaloncini con le tasche...".

Sulla Champions: "Siamo ancora in corsa per passare, un minimo di speranza c'è. Preparare certe sfide è difficile, anche quella con la Juve dopo la sosta, che ci permette di respirare un attimo. L'espulsione di Bravo? Non capivamo perché non cambiassero, abbiamo assistito a questi 7 minuti di vuoto, ci siamo lamentati perché non riuscivamo a comprendere cosa stava accadendo. Poi ci hanno nascosto la palla vicina alla bandierina...".

Sulla reazione di Cristiano Ronaldo contro il Milan: "Non mi aspettavo uscisse dallo stadio prima della fine del match, da un giocatore così è difficile attenderselo. Reazione poco giustificata, ma ognuno è fatto a modo suo. Posso capire l'amarezza, ma andarsene proprio...".

Su se stesso: "Qui sto bene e sono tranquillo, Bergamo mi dà tutto e io sto dando tanto alla Dea. Ho 33 anni e mi sono tolto le migliori soddisfazioni della carriera, i presupposti per rimanere ci sono. Allenare? Mi piacerebbe proprio insegnare quanto appreso dai miei, di allenatori. Li ringrazio tutti, quello che più mi ha dato è Gasperini, poi segue Conte, simile caratterialmente. Gasp sa come farti rendere al meglio, ti entra nel cervello e ti fa scattare quel qualcosa in più".

Quella finale di Coppa Italia... "Piacerebbe rigiocarla, è trofeo che manca dalla bacheca, anche se per noi è stata comunque un trofeo. C'è stata amarezza, gli episodi determinano molto, ma siamo orgogliosi di quanto fatto".