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IL PARERE

Bassetti: “5000 tifosi? Errore. Stadi sicuri se si applicano regole”

Bassetti

Parla il noto esperto nonché primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova

Redazione ITASportPress

Intervenuto ai microfoni di Radio Anch'Io Sport, in onda su Radio 1 Rai, Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova e grande appassionato di calcio, ha commentato le recenti vicende che hanno colpito la Serie A con il nuovo protocollo per le squadre ma anche la decisione di riportare un numero limitato di tifosi negli stadi.

SPETTATORI - "5000 spettatori allo stadio? Un errore. Un colpo difficile da digerire per chi si è vaccinato. Chi ha fatto l'abbonamento e ha doppia o tripla dose non lo riterrà corretto", ha esordito Bassetti. "Gli stadi sono luoghi sicuri se si applicano le regole in modo corretto. Si fanno le regole poi si torna indietro. Un atteggiamento cervellotico di questa fase".

VARIANTE - "Omicron non ha ancora soppiantato Delta. Abbiamo ancora una Delta che porta gente in ospedale. Omicron è più contagiosa ma meno aggressiva. Siamo in una fase di ipercircolazione del virus. Abbiamo l'80% degli italiani vaccinati, il 6% con prima dose. Nel mio reparto ho 19 ricoveri e 18 sono senza vaccino. Il virus è pericoloso per i non vaccinati".

DIFFERENZE - "Inghilterra con pubblico e Germania senza? Gli inglesi hanno scelto via pragmatica. Se gli vieti una cosa per due settimane, alla terza ti fanno la rivoluzione. Loro hanno messo in pratica una via pragmatica. Sono vicino alle misure inglesi e non quelle tedesche. C'è una via di mezzo che potrebbe essere quella italiana ma sino a due settimane fa. Oggi prese decisione di pancia, come quelle degli stadi. Io sarei rimasto dove eravamo. Riduzione stadi al 35% mi sembrava misura adeguata".

SARRI - "Sarri ha detto che va chiarito se c'è rischio o meno e in caso va sospeso campionato? Ci sono due considerazioni da fare: io dissi che i calciatori dovevano essere tra i primi ad essere vaccinati. Il calcio è uno dei settori in cui la vaccinazione andrebbe fatta obbligatoria. Uno sport e un lavoro a rischio contagio. Con la vaccinazione rispondo anche a Sarri. Perché per i giocatori vaccinati si tratta davvero di una forma di influenza. Ai sintomi ti faccio la diagnostica e ti tengo a casa, non hai i sintomi e allora evitiamo di fare i tamponi. Si torna ad una gestione come abbiamo sempre fatto. Il rischio è di tornare ad un lockdown non solo del calcio ma di tutta l'Italia".

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