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Boban: “Italia senza talenti e dopo Pirlo il nulla. I selfie allo stadio mi fanno arrabbiare perchè…”

Zvonimir Boban, il 30 maggio 2016, è stato nominato vicesegretario generale della Fifa per lo sviluppo del calcio e l’organizzazione di competizioni

Redazione ITASportPress

Il vicesegretario generale della Fifa, Zvonomir Boban, ha concesso una lunga intervista a Soccer Illustrated spaziando dal calcio maschile a quello femminile. Questi alcuni interessanti spunti: "I calciatori sono ancora gli idoli dei tifosi e, quindi, hanno la responsabilità di giocare bene, di impegnarsi al massimo e di comportarsi bene, di dare sempre tutto nel rispetto dei tifosi".

SELFIE - "I selfie non hanno preso il posto degli autografi, il problema non sono i selfie con i calciatori, il problema sono i selfie durante la partita, che vuol dire che non la stanno guardano! Questa cosa mi fa arrabbiare! Questo è il problema: il gioco passa in secondo piano. Pensano di essere loro i primi attori allo stadio, mentre i primi attori devono essere i calciatori e il bel gioco. Senza la cultura del calcio giocato perdiamo l’essenza di questo fantastico gioco. Tutto deve partire dalla palla che rotola sul campo.

DOPO PIRLO IL NULLA - "I dirigenti di club devono sedersi tutti insieme attorno a un tavolo e capire perché non ci sono più talenti. Dopo Pirlo non ho più visto talenti e questa è una cosa gravissima per il popolo italiano, che ne ha sempre avuti parecchi. Un popolo di geni che ha un problema evidente a livello giovanile, da anni. Non devono interessare i risultati collettivi, l’obiettivo deve essere quello di costruire calciatori di grande livello per grandi palcoscenici e questo non avviene da parecchio tempo. Questo è un problema grave. Il talento va lasciato libero, non si possono trattare tutti allo stesso modo, serve un occhio diverso per qualcuno. Se si imprigiona la fantasia nell’obbligo dell’uno-due e del non dribblare avremo sempre i risultati a livello giovanile ma non avremo mai i grandi calciatori. Questi sono i semplici e veri problemi del calcio italiano. É lì che si deve intervenire. Se avremo amministratori che vengono da banche o grandi aziende, però, il sistema non cambierà mai".