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Brescia, Balotelli al contrattacco: chiesta messa in mora del club per lo stipendio di marzo. Furia Cellino

Getty Images

La richiesta di messa in mora costringe Cellino a saldare la rata di marzo entro venti giorni e come sarà costretto a farlo per il suo numero 45 accadrà per gli altri componenti della rosa a meno che non subentri un accordo collettivo

Redazione ITASportPress

Volano gli stracci tra Mario Balotelli e il Brescia. Come riporta la Gazzetta dello Sport, il calciatore attraverso i suoi legali, ha inviato al sodalizio lombardo la terza diffida al reintegro in gruppo corredando questa volta il materiale con la richiesta di messa in mora per lo stipendio di marzo. Si tratta di uno dei compensi oggetto di trattativa perché legato al periodo di lockdown del coronavirus durante il quale i giocatori svolgevano gli allenamenti ciascuno a casa propria su un piattaforma online.

 Cellino (getty images)

CELLINO - Stizzito il presidente del Brescia Massimo Cellino per l'atteggiamento del calciatore che avrebbe dovuto essere il valore aggiunto della squadra. La richiesta di messa in mora costringe Cellino a saldare la rata di marzo entro venti giorni e come sarà costretto a farlo per il suo numero 45 accadrà per gli altri componenti della rosa a meno che non subentri un accordo collettivo. Il legale di Cellino, Mattia Grassani, ha commentato così: «Credo che Mario Balotelli Barwuah sia l’unico calciatore europeo militante nella massima serie che ha avuto l’ardire di mettere in mora il proprio club, ai sensi dell’Accordo Collettivo, per ottenere il pagamento integrale della mensilità di marzo, in pieno periodo di coronavirus e con le attività sportive completamente sospese. Inoltre, il Brescia ha ormai perso il conto delle diffide, inviate dal calciatore sempre in ore notturne, che lamentano la presunta impossibilità di allenarsi e/o atteggiamenti discriminatori posti in essere nei suoi confronti. Negli ultimi dieci giorni ne ha inviate tre, tra le 20 e le 23.30, l’ultima mercoledì sera, quando gli uffici della società erano ovviamente chiusi. Se continua così, con l’esperienza maturata in queste settimane in ambito regolamentare e di applicazione dell’Accordo Collettivo, potrebbe conseguire a pieno titolo una laurea honoris causa in Giurisprudenza».

 Raiola (Getty Images)

RAIOLA - L'agente Mino Raiola giustifica così il suo assistito e attacca l'avv. Grassani: «Ma Grassani è il nuovo addetto stampa del Brescia Calcio? Mi sembra voglia fare i processi sui giornali invece che davanti ai tribunali. Ma la verità emergerà. Comunque non sapevo che il Brescia non avesse ancora pagato il mese di marzo e francamente mi sembra normale che uno possa chiedere di avere lo stipendio dopo 3 mesi che non lo pagano. Piuttosto, a me risulta che il Brescia è l’unica società di Serie A che non ha ancora fatto fare il tampone a un proprio calciatore. Hanno discusso per settimane dei protocolli medici e ora si consente a una società di ignorarli solo per poter lasciare a casa un calciatore. Per colpire uno si mette a rischio tutta la squadra».

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