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Brescia, Cellino annuncia: “Ho il coronavirus. Adesso stop al calcio”

(Getty Images)

"Sentivo stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa"

Redazione ITASportPress

Nelle scorse ore le prime indiscrezioni sulle sue condizioni, adesso la certezza: anche Massimo Cellino ha il coronavirus. Il presidente del Brescia parla a Repubblica e confessa di aver contratto il virus insieme a sua figlia. Al momento, invece, al sicuro l'altro suo figlio Ercole: "Dopo due settimane di quarantena a Cagliari sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto. Sentivo stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa. E male al fegato. Ma non per il virus, è per il calcio", ha raccontato il patron delle Rondinelle.

RIPRESA - "Ora stop al calcio. Assurdo si discuta ancora se giocare o no. La gente a Brescia mi difende, mi dice che vuole onorare i propri morti, si offende se riporto la squadra in campo. Io devo rispettare queste persone. Non ho paura di retrocedere, in B magari vado lo stesso ma tornerò in A, ho giocatori giovani e i conti a posto. Non accetto di non portare rispetto alla città di Brescia però. E se si gioca non lo decidono i club". E poi sulla querelle con il presidente della Lazio: "Ma qui abbiamo Lotito che fa il medico, il virologo, lo scienziato nucleare, lo psicologo, l’astronauta. Come fa il presidente di una federazione (Gravina, ndr) a non sottoporsi all’autorità del presidente del Coni o del ministro dello sport? Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? La Figc è a Roma, chi è che va tutti i giorni a fare pressione, secondo voi?".

BRESCIA - Linea ferrea anche per quanto riguarda allenamenti della sua squadra: "I giocatori sono spaventati. Ho lasciato a disposizione il centro sportivo, ma sono venuti solo 4-5 giocatori e li capisco. Due, Joronen e Bjarnason, si sono stirati dopo appena 3 minuti di corsetta. Magari è una casualità ma come facciamo a giocare così? Anche a porte chiuse in uno stadio entrano novecento, mille persone senza contare gli altri. Olre a  tutti i tesserati ci sono addetti alle luci, cameramen, idraulici, addetti all’antidoping, arbitri, delegati, ispettori Figc,e della Lega, medici, steward".