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Brescia, l’ex Baiocco a ISP: “Sto con Cellino, non bisogna mettere a repentaglio la salute dei calciatori”

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Il punto di vista dell'ex centrocampista delle Rondinelle ai nostri microfoni

Redazione ITASportPress

Davide Baiocco dice la sua ai microfoni di Itasportpress sulle questione sollevata dal presidente del Brescia Cellino che non vuole far tornare in campo la squadra qualora la Figc decida di ripartire.«Se si riprenderà a giocare io non schiererò il Brescia. Non è una provocazione: mi diano i punti di penalizzazione che vogliono, mi assumo tutte le responsabilità del caso». Lo ha detto Massimo Cellino in un'intervista pubblicata sul Giornale di Brescia.

BAIOCCO - «Le autorità sanitarie ripetono ogni giorno di rimanere a casa, invece il mondo del calcio insiste con la scelta di ritornare a giocare -afferma Baiocco a Itasportpress-. E' sbagliato visto che quando si è in campo è frequente il contatto fisico tra calciatori con un alta probabilità di contagio. Non c'è un vaccino e siamo in piena pandemia quindi ripartire sarebbe un grave errore. Riconosco che il calcio è una industria importante in Italia con un giro di denaro spaventoso ma serve buonsenso e rispettare le direttive dei medici a tutela della salute dei calciatori e delle loro famiglie. Per queste ragioni io sto con il presidente del Brescia Cellino. Poi se si potrà tornare a giocare dopo che sarà terminata l'emergenza sanitaria, io sarò il primo a mettermi sul divano a guardare le partite. Serve rispetto per l'essere umano e lo spettacolo non deve andare avanti sempre e comunque. Salvaguardare la salute dei calciatori non è fargli fare 25 partite in 3 settimane, anche sotto questo aspetto condivido il pensiero di Cellino. Poi giocare a porte chiuse è estremamente triste visto che si perde una importante componente nel calcio che sono i tifosi. Se non si gioca il calcio esplode? A me interessa poco. Se parliamo di soldi allora riapriamo gli stadi e mandiamo tutti allo sbaraglio. Ascoltiamo gli esperti e non ad altri soggetti. Se il calcio si è indebitato chi ha sbagliato faccia mea culpa e si chieda come essere più virtuosi in futuro. Io credo che il coronavirus ha messo a nudo un problema che esisteva da tempo nel calcio. Il calcio non esploderà se non si dovesse ripartire, ma ripartirà con nuove idee e sfrutteremo la nostra intelligenza facendo tesoro degli errori del passato. Se saremo bravi a capire la lezione il mondo del calcio avrà una luce nuova».