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Calcio e pandemia

L’Italia del pallone sprofonda nella pandemia: indici tutti in negativo

L’Italia del pallone sprofonda nella pandemia: indici tutti in negativo - immagine 1

Indagine della Gazzetta dello Sport che mostra un calcio in ginocchio

Redazione ITASportPress

Il calcio dovrebbe approfittare di ciò che è accaduto con la pandemia per studiare quelle riforme strutturali indispensabili per avere prospettive diverse rispetto alle attuali. Ci sono problemi sotto gli occhi di tutti che vanno risolti. I due anni di Covid hanno stravolto i bilanci delle società italiane e tornano sempre in mente quelle parole del fiscalista Victor Uckmar su un sistema «fuori controllo» e sui titoli calcistici in Borsa «sconsigliati a orfani e vedove». L’inchiesta della Gazzetta, letta in controluce al tempo del coronavirus, fa venire i brividi. Sono 7 i miliardi di fatturato persi per strada. Una cifra mostruosa. I 55 campionati europei di prima divisione avevano raggiunto nel 2019 un valore di 23 miliardi di euro, record storico. Nel 2020 e nel ’21, sotto i colpi del Covid, sono stati mancati gli obiettivi di 23,7 e 24,4 miliardi di ricavi. L’impatto negativo complessivo è stato di -7 miliardi. Nello stesso tempo spese, stipendi, commissioni e calciomercato non si sono certo ridimensionati. Il rapporto Uefa sullo stato del pallone — il Benchmarking Report che possiamo anticipare — fotografa impietosamente un continente che tenta di reagire ma deve darsi nuove regole, fissare un nuovo calendario internazionale e, aggiungiamo noi, raggiungere una “pace sociale” indispensabile. Ma la reazione a Covid e tentativi di Superlega, come ha sottolineato il presidente Ceferin, «hanno dimostrato che il calcio europeo sa reggere alle sfide».

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SERIE A Tra i campionati top è quello messo peggio. La Serie A è messa male. Dal 2019 al 2020 ha perso il 21% del suo fatturato. I dati del 2021 non sono ancora ufficiali, ma le previsioni Uefa, di solito affidabili, lasciano intendere un aggravarsi della crisi. Nel 2021 il calcio italiano dovrebbe perdere un altro 18%. Il dato aggregato lungo tutta la pandemia determinerebbe una perdita del 26%. Nello stesso periodo, la Liga e la Bundesliga arretrerebbero del 19%, la Premier del 21%. Soltanto la Francia (-29%) farebbe peggio. Da tempo, economicamente almeno, la Serie A è il quarto campionato europeo. Cresce, ma meno degli altri, e questo è già un segno del declino. Nel 2018 la Serie A fatturava 2,3 miliardi. Nel 2019 era arrivata a 2,6 miliardi. Il 2020 è stata la stagione della caduta: 2,052.

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GLI STADI Spettatori: 7 milioni Erano 105 nel 2019! Il problema è anche la distribuzione delle risorse. Il dato non è ufficiale ma non lontano dalla realtà: nel 2021 il 91% dei ricavi è finito in stipendi (56%), spese di mercato (18%) e salari per staff tecnico e amministrativi (17%). Una bella differenza rispetto al 2020 (78%) e al 2019 (66%). Gli stipendi non scendono, gli stadi si svuotano. Cifre spaventose: nel 2020-21 appena 6,8 milioni di spettatori negli stadi (-90,8%). Tanto per chiarire: la stagione precedente, colpita dal Covid nella parte finale, aveva registrato quasi 74 milioni, e prima (2018-19) addirittura 105 milioni. Al di là dell’immagine triste, perché senza tifo, il calcio con gli stadi vuoti non è economicamente sostenibile.

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