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Da migrante a killer dell’Inter: Musa Juwara raccontato dal padre adottivo

Musa Juwara (getty images)

"Musa è un ragazzo buono e genuino. Ho parlato coi miei figli e con mia moglie e insieme abbiamo deciso di farlo entrare ufficialmente nella nostra famiglia"

Redazione ITASportPress

Un gol alla Scala del Calcio, Musa Juwara è balzato alla cronaca per la sua rete che ha castigato l'Inter nel match di San Siro del suo Bologna. L'attaccante, talento classe 2001, ha un passato difficile che suo padre, quello adottivo, nonché suo scopritore, ha voluto raccontare ai microfoni di TMW.

Juwara: da migrante a eroe del Bologna

 Musa Juwara (getty images)

"Dopo il gol all'Inter gli ho detto di spegnere il telefono!", inizia così il racconto di Antonio Summa padre adottivo di Musa Juwara. Il giovane classe 2001 del Bologna ha conquistato San Siro e tutto l'ambiente rossoblù grazie al gol che ha annientato l'Inter. Il signor Summa, suo allenatore ai tempi della Virtus Avigliano e adesso suo tutore legale, ha parole al miele per il ragazzo che è diventato a tutti gli effetti della legge suo figlio. Parlando del ragazzo, Summa ha detto: "Non si deve evidenziare sempre la storia del barcone. È vero: Musa è sbarcato in Sicilia nel giugno 2016 come migrante, con un barcone e in un contesto difficile, ma quello che importa oggi è parlare di calcio, parlare del suo talento e, soprattutto, della sua grande umiltà". "Le sue doti? Notai subito che Musa era di un livello superiore agli altri. Oltre alle qualità tecniche e fisiche, mi colpì la sua grande umiltà. Juwara, fin da ragazzino, ha sempre avuto una dedizione per il lavoro unica. Nonostante non parlasse la nostro lingua, nonostante le gravi difficoltà che aveva vissuto, è arrivato alla Virtus Avigliano e ci ha dato una grossa mano già dal primo giorno".

Campo e non solo

Cosa si prova ad aver scoperto un talento di Serie A?Per la nostra piccola società è una grandissima soddisfazione. Musa ha iniziato proprio qui ad Avigliano un percorso bellissimo e direi che adesso ha trovato una dimensione perfetta per lui a Bologna. Sinisa Mihajlovic è un tecnico capace e coraggioso, vede e crede nei giovani. E poi là davanti c'è il suo connazionale Barrow: i due Musa sono diventati grandi amici". Ma non solo calcio, anche vita privata con la scelta di farlo diventare a tutti gli effetti suo figlio: "Musa è un ragazzo buono e genuino. Ho parlato coi miei figli e con mia moglie e insieme abbiamo deciso di farlo entrare ufficialmente nella nostra famiglia. Tutto questo quando era ancora all'Avigliano, non certo ora che è sulla bocca di tutti. Non ci sembra comunque di aver realizzato niente di eccezionale, abbiamo fatto solo ciò che sentivamo dentro il nostro cuore". E infine: "Cosa ho detto a Musa dopo il gol all'Inter? Gli ho detto si spegnere immediatamente il telefono (ride, ndr)! L'ho sentito sempre in queste ore, il gol ai nerazzurri è stata una bella bomba mediatica e Musa non si aspettava tutta questa attenzione nei suoi confronti. Per questo gli ho consigliato di restare tranquillo e di cercare di mettersi tutto alle spalle. Un maestro come Miha, poi, saprà sicuramente come gestire questa situazione e lasciarlo concentrare solo sul suo lavoro".

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