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Donadoni: “Milan sottotono nel derby. Inter? Grande risposta all’uscita dall’Europa…”

Donadoni Getty Images

"Nazionale? Quagliarella un esempio per tutti"

Redazione ITASportPress

Roberto Donadoni, allenatore ed ex anche del Milan, è intervenuto nel corso di Radio Anch'Io Sport per parlare dei temi caldi del calcio nostrano, su tutti il derby di Milano vinto dall'Inter domenica sera per 3-2.

DERBY E MILAN - "Cosa ha sbagliato il Milan? Non so, l'Inter credo abbia fatto una partita valida, di spessore, con determinazione e voglia di riscattare la partita di giovedì. L'atteggiamento è stato fondamentale. I rossoneri nel primo tempo non hanno fatto la partita che avrebbero dovuto, subendo un pò l'atteggiamento degli avversari. Piatek? Sicuramente è un pò mancato, è stato lasciato solo con poca assistenza. Questo ha condizionato la prova sua e del reparto avanzato. Paquetà? Credo sia un calciatore di personalità nonostante la giovane età. Credo possa giocare sia interno di centrocampo sia mezza punta vicino all'attaccante. Aldilà della posizione in campo, l'atteggiamento del Milan è stato quello di subire un pò la forza emotiva dell'Inter. Il centrocampo ha subito troppo il vigore della squadra di Spalletti, le ripartenze in mezzo. Si tratta di equilibrio della squadra, non solo dei centrocampisti. Bakayoko e altri decisamente sottotono rispetto alle precedenti partite". "Caso Kessié-Biglia? Non so cosa è successo. Ho visto le immagini ma come tutte le cose bisogna viverle da dentro. Gattuso saprà cosa è meglio fare. L'ho sentito in conferenza stampa e saprà agire. Per chi osserva non è stata una bella cosa".

DERBY E INTER - "Come spiego la metamorfosi tra la gara di giovedì e il derby? Una reazione a quella partita. Si sono resi conto che era il punto di non ritorno. Hanno dato subito la zampata alla gara e il gol iniziale ha aiutato sicuramente. L'Inter ha reagito alla prova di Europa League e ora ci si aspetta continuità. Se ci riescono possono togliersi tante soddisfazioni da qui alla fine". "Spalletti sarà confermato a fine stagione? Non saprei. Non posso sapere le dinamiche dell'Inter".

ARBITRAGGIO - "Mi è piaciuta la prova del direttore di gara. Sia per aver lasciato giocare in alcune occasioni, sia per la decisione del rosso diventato poi giallo per Conti. E' stato capace di capire l'intervento e rivedendolo ha cambiato idea. Scelta giustissima. Il calcio deve maturare, parlare di meno degli eventuali errori e colpevolizzare troppo gli arbitri. Dobbiamo fare una prova di maturità tutti quanti".

NAZIONALE - "Quagliarella e l'Italia? Un bell'esempio per i giovani. Sono davvero felice. Fabio è un ragazzo con cui ho avuto e ho un ottimo rapporto. Quando uno è così bravo a mantenersi fisicamente ok e ha qualità tecniche e morali è un bene prezioso per il calcio. Non c'è anagrafe in questo caso. Servirà molto anche per la crescita degli altri". "Mancini e i giovani? Giusto chiamare chi se lo merita. Prima del Mancio l'Italia arrivava da un periodo buio. Se si vuole rifondare, occorre partire da qualcosa di diverso rispetto al solito. Il ct ha avuto il buon senso di rivedere alcune cose. Con il tempo farà bene". "Se è vero che ero stato contattato prima di Ventura? Questo è vero. Ma avevo preso degli impegni con il Bologna e ho voluto essere corretto con tutti".