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Empoli, Carli al passo d’addio: “La retrocessione è colpa nostra”

Le parole dell'ormai ex direttore sportivo del club toscano

Redazione ITASportPress

Marcello Carli ha varcato per l´ultima volta i cancelli di Monteboro da direttore generale per salutare tutti e incontrare la stampa per sancire il suo addio all' Empoli.

"E´ innegabile che dentro di me in questo momento ci sia tanta emozione – ha detto Carli – un' emozione che non riesco nemmeno a nascondere: ho passato 25 anni della mia vita sportiva qui dentro. Questo centro sportivo l´ho visto nascere e poi crescere, dentro di me ora passano mille sentimenti e in questo momento faccio fatica a non essere retorico. Vi ho chiamati qui perché voglio ringraziare tutti, in questi anni l´Empoli ha fatto degli errori, ma anche delle cose straordinarie e lo ha fatto anche grazie alle persone che lavorano dietro le quinte, dai magazzinieri, alle segretarie, ai pulministi a tutti quelli che hanno la fortuna di lavorare in questa grande società. Il mio ringraziamento va soprattutto a loro che hanno lavorato qui anche in momenti difficili".

Il dirigente affronta anche il momento attuale dopo la retrocessione: "Ora è un momento in cui stiamo vivendo una ferita grossa, devastante, ma è anche vero che questa è una società che può avere un futuro importante e di questo sono orgoglioso perché ci sono le condizioni per rialzare la testa e ripartire perché è una società sana, forte e di prospettiva: è una società che ha la possibilità di fare lo stadio, di finire il centro sportivo, e che economicamente ha tutto programmare un futuro importante. Io non lascio l'Empoli nel senso che lo porterò sempre con me da tifoso. Umanamente per me è impossibile lasciare l´Empoli. Quest' anno siamo retrocessi in un modo clamoroso, difficilmente spiegabile, siamo arrivati in fondo con mille paure e mille problemi. Questa è una colpa grossissima che mi prendo. Non siamo riusciti a fare quello che abbiamo fatto negli anni scorsi. Se siamo retrocessi è fondamentalmente colpa nostra. Non posso non sentirmi responsabile. Quando mi sono reso conto che la squadra non aveva la forza per cambiare le situazioni ho capito che è stata un´annata gestita male".

Carli non cerca alibi e racconta i perché della sua decisione: "Trovare alibi ora è stupido, se poi mi chiedete se la squadra ha dato tutto vi dico di sì, se mi chiedete se quel tutto è stato poco, vi sposso ancora dire di sì, ma gli alibi ora non servono. Forse, se ho fatto un errore, è stato quello di non andare via l'anno scorso, perché è fisiologico che dopo venticinque anni che si sta insieme ci possano anche essere dei punti di vista diversi. L´anno scorso sarebbe stato anche più semplice, rispetto a questa stagione. Quando ti rendi conto che la storia è finita devi essere sereno e prendere una decisione. Di errori ne abbiamo fatti tanti, altrimenti non si può retrocedere male come abbiamo fatto noi. Avevamo tutto per poterci salvare, impossibile oggi non prenderci le nostre responsabilità. Sicuramente la squadra non è arrivata in condizione ed invece di sentire l´entusiasmo ci è entrata addosso la paura. Qui dentro la ferita va tolta e per fare questo va resettato tutto, ma ora è giusto, dopo tanti anni, ringraziare il presidente senza nessuna critica, per l'opportunità che mi ha dato".