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Fiorentina, Chiesa: “Non valgo 60 milioni. Il mio idolo era Kakà. Sulla Nazionale…”

Chiesa (getty images)

"Vedendo mio padre giocare, non nascondo che speravo anche io di arrivare ad esordire nel calcio che conta"

Redazione ITASportPress

Futuro della Fiorentina e futuro dell'Italia, Federico Chiesa, esterno offensivo viola, è senza dubbio uno dei migliori talenti del calcio nostrano. Nelle ultime stagioni il salto di qualità e adesso serve mantenere la costanza di rendimento e confermarsi tra i migliori. Intervistato dal Corriere dello Sport, il giovane classe '97 ha raccontato il suo momento personale con il club e con la Nazionale di Mancini, ma si è soffermato anche sul mercato e sul suo futuro.

VALUTAZIONE - "Valgo 60 milioni? Io penso solo di dover dimostrare sempre il mio valore, anche se questi numeri mi paiono un po’ esagerati. La mia unica priorità è far vedere, domenica dopo domenica, chi è Federico Chiesa. Ora la mia testa è tutta per il Cagliari. Vedendo mio padre giocare, non nascondo che speravo anche io di arrivare ad esordire nel calcio che conta. Io ora sono felice qui, alla Fiorentina".

NAZIONALE - "Questa è un’Italia giovane, c’è ancora tanta strada da percorrere. La mia priorità è unicamente quella di farmi trovare pronto dal ct: io non mi sento né un titolare né un pilastro, voglio solo dimostrare di meritare l’azzurro e lavorerò per far sì di poter festeggiare la prossima convocazione. Mancini sta dando inizio adesso ad un nuovo progetto. Ci ha sempre detto di giocare tranquilli e leggeri, senza pressioni. A Di Biagio devo invece il mio esordio in azzurro, è stato lui a portarmi agli Europei Under 21".

ALLENATORI - Prima Paulo Sousa e adesso Pioli: "Dal primo imparato tantissimo, resterà il mio padre calcistico. Ha avuto un gran coraggio, ha intravisto in me quel qualcosa in più che lo ha convinto a lanciarmi. E non mi ha mai fatto mancare la fiducia: in fondo avevo poco più di 18 anni". "Pioli? Mi ha fatto capire fin dall’inizio dove migliorare, in fatto di scelte e ci stiamo lavorando ancora. Nell’arco dei 90 minuti, basta anche solo una palla per vincere 1-0 e la scelta che fai in quel momento può diventare la più importante". "Idoli? Senza dubbio Kakà. Come attaccante mi ha sempre affascinato Shevchenko".