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gazzanet
(Getty Images)
Questa sera la Fiorentina affronterà il Napoli al San Paolo, una gara che Giovanni Simeone ricorda molto bene. Nell'ultimo match disputato contro gli azzurri, il Cholito mise a segno una fantastica tripletta che, di fatto, spense il sogno Scudetto per gli uomini di Maurizio Sarri. I viola, infatti, schiantarono i partenopei per 3 a 0, spedendoli a meno 4 punti dalla Juventus. Un gap che il Napoli non riuscì più a colmare. Era lo scorso 29 aprile ed, ora, a distanza di qualche mese la sfida si ripresenta.
La Repubblica ha intervistato proprio il protagonista di quel match, Simeone, che ha affrontato diversi temi: dalla scomparsa di Astori alla fascia di Capitano con la sua dedica, dal suo rapporto con i colori viola alla gara con il Napoli.
FIORENTINA - "La Fiorentina è una famiglia. Qui non c'è spazio per egoismi e prime donne. Quando perdi un amico ti trovi a condividere un dolore violento. Attraverso le lacrime siamo diventati uomini. Abbiamo una missione: dare tutto quello che abbiamo dentro".
FASCIA CAPITANO - "Non ho mai temuto che la Lega ci vietasse di indossarla. Quella era l'eredità del capitano. Il nostro simbolo, e certi simboli non si toccano".
CHIESA - "Condividiamo lo stesso destino: siamo figli di due giocatori. Il vero vantaggio è avere qualcuno a cui chiedere consigli, ma la cosa buffa è che mio padre mi è venuto a vedere la prima volta da professionista lo scorso 26 agosto, contro il Chievo".
OBBIETTIVO - Essere più utile alla squadra, diventare il riferimento per far salire i centrocampisti. Il gol in Nazionale? Felicità pura. Ma questa gioia è figlia di tutto il lavoro fatto qui a Firenze. Devo ringraziare Pioli, che spesso a fine allenamento mi spiega i movimenti, mi fa lavorare tantissimo sulla tecnica. La mia tripletta col Napoli? Non dimentichiamoci che facemmo una bella prestazione anche al San Paolo".
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