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Genoa, Gregori a ISP: “Sheva un azzardo e la salvezza è a rischio. Con Ballardini…”

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L'ex portiere del Grifone a Itasportpress.it ha bocciato il tecnico rossoblu'

Redazione ITASportPress

Riguardo all’attualità calcistica nostrana, la redazione di ItaSportPress.it ha intervistato in esclusiva Attilio Gregori, ex portiere – tra le varie – di Genoa, Verona, Venezia e Roma.

Cominciamo dal Genoa: come giudica l’acquisto di Piccoli?

“Molto positivo. Piccoli può diventare, in prospettiva, l’attaccante della Nazionale Italiana. In più al Genoa serve come il pane”.

Per quali ragioni?

“A parte Destro, il Genoa non ha attaccanti di valore”.

Si aspettava l’esonero di Ballardini a vantaggio di Shevchenko?

“No, non mi aspettavo l’ennesimo esonero di Ballardini per prendere Shevchenko”.

Boccia la scelta?

“E’ un azzardo. Ballardini ha più esperienza: la salvezza sarebbe stata sicura. Con Shevchenko non so se il Genoa si riuscirà a salvare”.

Come giudica invece, sin qui, il campionato del suo “collega” Sirigu? Pare non essere certa al 100% la sua permanenza…

“A me non sembra che sia lui particolarmente il colpevole della situazione. Genova è una piazza calda: i tifosi pretendono tanto. In una stagione non positiva come questa, può capitare che qualche calciatore finisca sul banco degli imputati”.

Rovella è già pronto per la Juve a gennaio?

“Il Genoa farebbe bene a tenerlo. In ogni caso sì: Rovella è fortissimo ed è pronto per la Juve”.

Capitolo Verona: la stupiscono i tanti gol messi a segno dalla squadra di Tudor?

“Tudor è un martello, in perfetta linea con il lavoro di Juric. Il Verona può ambire, sul lungo termine, all’Europa. Ci sono almeno cinque-sei calciatori di grande talento”.

E’ sorpreso dal discreto campionato, sin qui, disputato dal Venezia?

“No, perché è una squadra che fa le cose per bene. Secondo me si salverà e daranno filo da torcere a tutte le big da qui fino alla fine del campionato”.

E’ cresciuto nel vivaio della Roma: si aspettava qualcosa in più da Mourinho?

“Secondo me è stato un errore prenderlo”.

Per quali ragioni?

“A Roma serviva più un Sarri o uno Juric, uno che costruisse. Mourinho è più un gestore. A Roma c’era bisogno di costruire attraverso le idee”.

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