Emanuele Giaccherini conosce il tecnico dell'Inter Antonio Conte meglio di chiunque altro calciatore. Alla Gazzetta dello Sport, l'ex nazionale azzurro ha risposto alla domanda se è meglio la bellezza o il risultato alla luce della prestazione dei nerazzurri contro il Sassuolo. Una vittoria sì ma dopo tanto tempo in difesa a protezione della porta di Handanovic: «La bellezza è sempre figlia del risultato. Nessuno tra un mese si ricorderà del difensivismo, o presunto tale, di Inter-Sassuolo, ma tutti parleranno solo dell’ennesimo scudetto di Conte. L’Inter ha ragionato da provinciale, come spesso ha fatto la Juve negli ultimi 9 anni. Per superarle, anche le piccole vanno affrontate con umiltà, ma è ingiusto guardare solo a mercoledì: quest’anno l’Inter è spesso dominante e crea tantissimo. Non conta tanto se col Sassuolo hai fatto il 30% di possesso, ma conta che hai preso 3 punti. E valgono come quelli della partita contro la Juventus che è stata stradominata».
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Giaccherini: “Conte non è un difensivista. L’Inter come la Juve a volte ragiona da provinciale”
Il pensiero di Giaccherini fa discutere
A SUA IMMAGINE - Giaccherini si è espresso anche sull'Inter come un carrarmato costruita da Conte: «Tanto del mister in questa squadra, rivedo lo stesso tecnico di Juve e Nazionale. Cambiano gli interpreti, ma non il gioco, la ferocia e la fame di vittoria. Il suo essere un martello. Ancora una volta ha plasmato una squadra a sua immagine. L’anno scorso ha ridotto il gap con la Juve, quest’anno completa il lavoro. E no, non gli serve andare in un centro estetico...Lui fa capire la sua mentalità e tutti recepiscono in tempi rapidi. La bellezza è la personalità, il carisma: dà tanto ai calciatori e i calciatori danno tanto a lui. È un perfezionista, dagli allenamenti al campo, tutto viene studiato nei dettagli. A volte le ciambelle non riescono col buco e in Champions non è andata bene. Ma alla lunga in campionato il suo lavoro viene sempre fuori».
DIFENSIVISTA MAI - «Non lo è Conte, perché il suo 3-5-2 è più un 3-3-4. I suoi esterni sono attaccanti aggiunti: interpreta il modulo in maniera offensiva. E poi che vuol dire difensivista? Allora anche altri vincenti come Allegri o Mou sarebbero difensivisti? In realtà, ogni tecnico ha il suo modo di interpretare il calcio per vincere».
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