Gravina critica il protocollo: “Da modificare. Quarantena con un positivo? Ci preoccupa”

Il protocollo redatto dal Cts riguardo alla ripresa del campionato ha prima convinto e poi diviso. Nella serata di giovedì molte squadre hanno un parere negativo riguardo alle misure di sicurezza che le società professionistiche dovranno prendere per ricominciare a giocare. Intanto il tempo stringe e il 18 maggio le squadre torneranno ad allenarsi in gruppo per prepararsi alla probabile ripresa fissata per il 13 giugno.

Gravina chiede modifiche

In questo clima di costante incertezza, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha espresso tutte le sue perplessità legate al protocollo. Intervistato dalla Rai, Gravina ha detto: "C’è una difficoltà oggettiva: l’impossibilità di reperire strutture recettive disponibili per i ritiri. Quindi dobbiamo consentire, condividendo il percorso con Spadafora e Speranza, una piccola variazione al protocollo che possa consentire di continuare ad allenarsi, trasformando gli allenamenti da individuali a collettivi". Gravina poi si è soffermato sull'ipotesi di un caso di positività in squadra: "L’INAIL con una sua circolare ha già chiarito che c’è responsabilità solo in caso di dolo e di colpa grave. Quello che ci preoccupa rimane il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Tema che affrontiamo con determinazione e anche con attenzione, per evitare un rapporto stressato che porti tensioni e il blocco del campionato".

IL PROTOCOLLO DELLA PREMIER