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Il doppio ex Panucci: “Milan da Champions. Roma? Sogno di allenarla…”

Verso la sfida di venerdì sera tra i rossoneri e i giallorossi

Redazione ITASportPress

Christian Panucci, doppio ex di Milan e Roma, affronta i temi della sfida tra le due squadre, in programma venerdì sera a San Siro, in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. L'attuale ct dell'Albania non ha dubbi sulla forza della due compagini e dice la sua riguardo agli obiettivi stagionali dei rossoneri e dei giallorossi.

MILAN - "Milano è stata la mia fortuna. Ci sono arrivato a 20 anni e a Milanello ho trovato compagni straordinari che mi hanno cambiato la mentalità. Il Milan significa scudetto, Champions, profumo d’Europa, cultura del lavoro ed educazione calcistica. Gente come Tassotti, Baresi, Maldini e Donadoni mi ha fatto capire la strada giusta. Allenamento alle dieci e mezza, io arrivo puntuale alle dieci e trovo Baresi che è lì dalle nove e trenta. Qualcosa mi dice che ho comunque sbagliato orario... Quel nucleo di giocatori a mio parere è irriproducibile".

ROMA - "A Roma avevo 28 anni, era la mia seconda giovinezza e mi è uscita fuori tutta la serietà professionale maturata fra Milan e Real Madrid. Roma significa grandi emozioni, una sensazione particolare che scopri solo se ci vai a giocare. Arrivi all’Olimpico, senti la curva e diventi un lottatore senza paura. Roma è anche dove abito, non per caso".

NUMERI UNO - "Maldini? Mi viene da ridere quando sento dire che Paolo non ha esperienza per fare il dirigente. Il calcio e il Milan sono il suo mondo, ha sulle spalle quasi mille partite e quindi vi chiedo: saprà parlare alla squadra o 'vedere' un giocatore? Nel pallone serve gente che ha fatto calcio, perché c’è anche chi ci entra arrivando da un altro mondo. Maldini ha trasmesso a tutti noi i valori del Milan. L’insegnamento più importante che mi ha dato è in questa sua frase: 'Il mio avversario più grande sono io stesso'. L’accoppiata con Leonardo mi piace molto, sono due persone per bene e Leo è un dirigente esperto. Possono costruire un Milan vincente. Totti? Lui è un’istituzione. Per i giocatori ha un valore importante, è una figura 'pesante' nei rapporti con la squadra e rappresentare il club anche a livello di immagine per lui è un bel ruolo. Ma io me lo ricordo ancora in campo: vedeva dove gli altri non vedevano. Un genio immenso".

AMBIZIONI ROSSONERE - "Il Milan mi piace, l’anno scorso ha fatto una grande campagna acquisti e ha tutto per migliorare il sesto posto. Lo metto fra le cinque che si giocheranno la Champions. Conti-Caldara-Romagnoli-Calabria una linea difensiva tutta italiana è qualcosa che mi piace molto, il Milan del passato ha fatto tanta strada partendo da questa base. In prospettiva sono tutti molto forti, starà agli allenatori perfezionarli".

GIALLOROSSI - "La Roma, che però si è un po’ indebolita. Ha perso giocatori importanti: Nainggolan accendeva la luce, Strootman era un guerriero. Kluivert è bravo, ma da valutare. Cristante e Pellegrini invece sono il futuro azzurro".

SOGNO - "Allenare un giorno a Roma o Milano? Tornare dove si è giocato è molto bello. Roma, in particolare, sarebbe un sogno per le emozioni vissute. Auguro a Di Francesco di restare tanti anni, ma spero che la vita e il destino prima o poi mi portino lì".

ALLENATORI - "Capello m’ha insegnato la professionalità e la mentalità. Sacchi, in Nazionale, la perfezione nella difesa a quattro: per me è stato determinante. E Spalletti a 32 anni mi ha migliorato ulteriormente. Vorrei aggiungerne un quarto, che è il mio papà: col Barcellona, in finale di Champions, quando giocai a sinistra in una difesa senza Baresi e Costacurta, tutto il 'muro' fatto con il sinistro da ragazzino con lui mi è stato di grande aiuto".