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Joao Pedro: “Cagliari il top. Nainggolan come Rodman”

Joao Pedro Cagliari (getty images)

L'attaccante dei sardi si racconta: "Vogliamo ricominciare e finire la stagione"

Redazione ITASportPress

"È un periodo difficile ma ho cercato di godermi la famiglia", inizia così l'intervista di Joao Pedro ai microfoni di Sky Sport 24. L'attaccante brasiliano del Cagliari ha affrontato diversi temi dell'attualità calcistica italiana e dei sardi partendo, ovviamente, dalla possibile ripresa della stagione e dal momento complicato dovuto all'emergenza coronavirus. "Lo stop nel momento personale più bello? Un peccato perché era una stagione in cui stava andando tutto bene a livello individuale. E sicuramente poteva anche andare meglio. Però, c'è poco da dire. Questo è un periodo buio per tutti, fa parte del gioco".

Joao Pedro sulla ripartenza del campionato

 Joao Pedro (getty images)

"C'è fiducia  sulla ripresa, anche se non c’è niente di sicuro. Ho voglia di rientrare, ma sappiamo che la situazione non è semplice: serve responsabilità. Vogliamo ricominciare e finire la stagione". E sulla squadra, Joao Pedro ha aggiunto: "Lunedì abbiamo fatto i test, per fortuna tutti negativi. La società si sta muovendo bene, con tanta responsabilità: vogliamo riprendere nel modo giusto, per non avere problemi" E sulla sua crescia personale in questa annata: "Arrivare ai massimi livelli? Non dico che ho perso la speranza, ma a volte le cose non vanno come vuoi e ci ripensi, però ho sempre ritrovato la forza e la voglia di ripartire. Questa stagione l’ho programmata sin dal primo giorno, anzi, sin dall’ultima partita contro l’Udinese dello scorso anno. Ero arrabbiato, ma mi ero già messo in testa che questa stagione sarebbe stata la mia. 100 anni del Cagliari, 50 anni dallo scudetto: sapevo quanto sarebbe stata importante. Il Cagliari è casa mia, è l’unico modo che ho per spiegare quanto questo club sia importante". "Come immagino la ripresa della Serie A? Sarà un altro campionato. Siamo stati due mesi chiusi in casa, non è semplice. Nel senso che, fisicamente, pensare di andare a giocare 90 minuti dopo tutto questo tempo, pur con un po’ di preparazione, tra l’altro non normale, sarà veramente difficile. Rimettersi in moto non è semplice per nessuno, sarà un campionato diverso".

Cagliari: squadra e famiglia

Sul ruolo in squadra e la posizione in campo: "Io vedo come una fortuna il fatto di poter coprire tanti ruoli. Magari hai meno identità, ma nel calcio moderno è una cosa positiva. Con Radja 8Nainggolan ndr) ci siamo capiti sin dal primo giorno. Da prima punta ho imparato tanto, l’anno scorso giocavamo con due attaccanti fissi e ho cercato di migliorare su questo: non è facile, perché è un po’ come fare il portiere. Non vedi quasi mai la palla, ma quando arriva devi essere bravo nello sfruttare l’occasione". E ancora su Nainggolan: "Radja è un bel personaggio, anche se non va a Las Vegas a giocare a poker ma posso dire che è un po' come il Rodman del calcio. Ha una grande personalità, ci ha dato tanto. Vuole sempre vincere e fare bene, ha trascinato la squadra sotto questo punto di vista". E sulla flessione di risultati avuta dopo un avvio pazzesco: "Siamo partiti fortissimo. E dicevamo tutti che un momento buio sarebbe arrivato: non siamo stati bravi e lucidi nell’aggredirlo. Abbiamo vissuto tanti episodi negativi e la squadra non ha ragionato più bene. Tutti noi abbiamo la nostra fetta di colpa, fino alla partita contro la Lazio, in cui avremmo anche meritato la vittoria, sembrava che dovevamo riprenderci e non ci siamo riusciti più. È un peccato perché siamo veramente forti, abbiamo tanti ottimi giocatori e l’abbiamo dimostrato. Però quando entri in momenti così se non sei bravo di testa è difficile uscirne".

Sogni e Nazionale

Infine spazio ai sogni legati al calcio e non solo: "Se vorrei vincere Pallone d'Oro o Mondiale? Il Mondiale col Brasile sarebbe il massimo. Mi ricordo il 2002, ci siamo svegliati alle 7,30 con tutta la famiglia, è uno dei ricordi legati al calcio che mi tocca di più. E poi è uno sport di squadra, vincere con i tuoi compagni è una cosa unica". "Dove vorrei chiudere la carriera a parte Cagliari? Ho una squadra del cuore: l’Atletico Mineiro, dove ho giocato per poco da ragazzo. Mi piacerebbe tornare, poi il Cagliari fa parte di me e ha un bel po' del mio cuore: qui ho vissuto di tutto e ho trovato la squadra giusta per appoggiarmi e fare bene. Sto pensando solo a qui e ora: si sta veramente bene, è un posto simile al Brasile e poi mia moglie è italiana. Credo che la cosa migliore sia sempre vivere il presente al massimo".