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La rivelazione

Juventus, Agnelli: “Nessuna paura delle minacce, serve dialogo con l’Uefa”

Agnelli (getty images)

Il presidente della Juventus Andrea Agnelli fa il punto della situazione in vista della prossima stagione

Redazione ITASportPress

La Juventus inizia a delineare la dirigenza in vista della prossima stagione, che si preannuncia come quella del riscatto. C'è uno scudetto da riconquistare e un ruolo da protagonista in Champions League da ritrovare.

 Juventus Agnelli (getty images)

BILANCIO

Il presidente Andrea Agnelli ha fatto il punto della situazione in conferenza stampa: "Alla luce del Consiglio di Amministrazione di ieri, gli impatti della pandemia sui tre esercizi sono stimati in 320 milioni di euro tra effetti diretti e indiretti. Il CdA ha definito le linee guida per un rafforzamento patrimoniale mediante aumento di capitale sociale fino a 400 milioni.

Gli effetti della pandemia stanno toccando tutta l'industria, direttamente o indirettamente. I dati UEFA sono attendibili, analizzano i bilanci e i budget delle società di tutta Europa, e serve liquidità per 8,5 miliardi di euro. Questi sono gli effetti che la pandemia avrà. Il 30-40% delle esigenze verranno immessi con equity, altri con i debiti. Basti pensare che il 20% dei club sono a rischio insolvenza in breve periodo. Barcellona, Inter, West Ham, Porto hanno grandi problemi e li hanno annunciati. Poi ci siamo noi, l'Atletico Madrid e la Roma. Dovranno essere fatte diverse operazioni che verranno comunicate. La cosa importante è che gli azionisti della Juventus sostengano il club, questo è un punto di forza per noi. Vorrei anche dire che la UEFA ci ha ammesso alla prossima Champions League e non posso che non ricordare che da parte nostra c'è la volontà di dialogo per risolvere il problema. Non abbiamo paura delle minacce e siamo convinti che la nostra azione legale potrà avere successo. Serve però dialogo e spero che presto potremmo sederci al tavolo con la UEFA".

Andrea Agnelli è passato poi alla presentazione della nuova squadra dell’area sportiva. «Pavel Nedved ha fatto con noi un lungo percorso, di formazione e apprendistato, che gli ha permesso di comprendere da vicino il funzionamento della società, gli aspetti amministrativi e finanziari e il suo occhio di riguardo è sempre stato sul campo. Un Pallone d’Oro e un campione come lui sa guardare negli occhi i calciatori e il suo ruolo a livello psicologico è sempre stato determinante in questi anni. Dal 2018 ad oggi Pavel ha raggiunto la statura e la conoscenza delle varie sfaccettature del club che lo pongono a numero 2 della società a pieno titolo. Maurizio Arrivabene è un volto conosciuto. Le sue competenze e le sue capacità gestionali sapranno integrare le grandi competenze calcistiche di Nedved e Cherubini. Il suo curriculum parla da solo e sono sicuro che con le sue competenze saprà portare un elemento determinante di professionalità all’interno dell’area sportiva. Federico Cherubini è un punto di orgoglio, è il primo manager interamente formato ad alto livello dentro la società, un percorso lungo dieci anni all’interno di Juventus. Una serie di progetti che sono stati e saranno strategici nell’area sportiva portano la firma di Federico. Tutta la parte sportiva, tutte le squadre, andranno sotto la responsabilità di Cherubini. Questa è la miglior squadra che la Juventus può avere in questo momento, sia dentro che fuori dal campo».

Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, Andrea Agnelli ha poi toccato vari argomenti. A partire dal dialogo con la UEFA. «Sarebbe importante poter avere un dialogo in una posizione di consapevolezza che ci possono essere delle competizioni alternative in un libero mercato. Questa è la domanda che è stata fatta alla Corte di Giustizia Europea: capire se la posizione di monopolio della UEFA è legittima e se - nel caso - abusi di questa sua posizione di dominanza. Io con Ceferin ho sempre avuto un ottimo rapporto e continuo a stimarlo come persona. Quando si lavora nel mondo del business si sa che cosa vuol dire firmare un NDA (Non Disclosure Agreement) e questo ti mette nella condizione di non poter comunicare determinate ipotesi alle quali uno sta lavorando. Credo che con le dimissioni immediate dalle mie cariche mi sono comportato nella maniera più corretta possibile. Ceferin rimane una persona che ha la mia stima e rimane il padrino di mia figlia. È una persona con la quale sono sicuro il tempo aggiusterà ogni disguido o incomprensione che c’è stata».

Il discorso del numero uno bianconero si è poi spostato sugli obiettivi di campo per le prossime stagioni. «Dobbiamo tornare dove siamo partiti con disciplina e ordine nella gestione dei principali parametri economico-finanziari, e quindi tornare a dei cicli come nel periodo 2013/2019 che hanno visto nei risultati aggregati un fatturato in crescita e cercare di replicare i passaggi sportivi che abbiamo avuto in quel momento storico». Per quanto riguarda Cristiano Ronaldo «ho detto più volte che è stata una delle prime operazioni che ha visto il lavoro da parte di più aree da parte della società nella valutazione complessiva dell’operazione. Un’operazione che - ad oggi - presenta un NPV (Net Present Value) Covid-free adjusted positivo». Gli ultimi temi toccati sono la gestione della Lega Serie A sul tema dei fondi ed infine gli investimenti. «Nella creazione di un canale di Lega, che sarebbe stato un’alternativa alla distribuzione via bandi ai vari broadcaster, avere bisogno di un terzo per realizzarlo a mio avviso non ce n’era bisogno. Il ragionamento fondamentale è trovare una comunione d’intenti, che è difficile perché siamo società con dimensioni e dinamiche completamente diverse una dall’altra. Sul secondo tema, come società ci siamo trovati nella tempesta perfetta. Dopo 6 anni che avevano visto un sostanziale equilibrio da parte delle principali voci del conto economico si era presa la decisione di apportare delle risorse nella società per un ulteriore ultimo step di crescita e di affermazione a livello internazionale. Appena completata l’operazione ci siamo trovati di fronte alla pandemia. L’industria del calcio passa da 6 miliardi di fatturato nel 2000 a 24 miliardi nel 2020 ed è un’industria che ha un tasso di crescita annuo medio del 12% negli ultimi 20 anni, non risentendo mai di quello che è successo intorno in questi anni. Poi è arrivata la pandemia e ci siamo bloccati. Questo è il contesto che stiamo vivendo e ci siamo trovati a dover utilizzare quelle risorse previste per un piano espansivo a difesa delle perdite pregresse».

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