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Juventus, Buffon: “Altre due stagioni e smetto. Voglio fare il selezionatore”

Il portiere dei bianconeri e della nazionale azzurra si è raccontato in un'intervista a So Foot, parlando del suo futuro e del ruolo che vorrà intraprendere una volta appese le scarpe al chiodo

Redazione ITASportPress

Gianluigi Buffon ha deciso: conclusa questa annata, giocherà per altre due stagioni e poi dirà addio al calcio giocato. Il portiere della Juventus e della Nazionale italiana, è stato intervistato da So Foot, ed ha ripercorso diversi episodi della sua lunga e straordinaria carriera. Queste le sue parole: "Voglio arrivare a 40 anni ai livelli attuali, non passerò i 40 anni. Finirò quest'anno e poi giocherò per altre due stagioni prima di smettere. Chiuderò la mia carriera alla Juventus, resterò a vita in questa squadra, anche se mi offrissero il doppio dello stipendio che percepisco attualmente. Sono orgoglioso di fare parte del gruppo bianconero, perchè ha un valore e certi valori oggi sembrano fuori moda".

POTERE ECONOMICO - "Il calcio ha perso il suo aspetto romantico. Purtroppo adesso, sono le dinamiche economiche a decidere, quelle che permetteranno al Norwich di disputare la Champions League tra due anni, grazie allo sceicco di turno. Questo è un bene per i tifosi, ma in queste occasioni vengono a mancare la tradizione e il frutto del sudore di chi ti ha preceduto".

CALCIO ITALIANO E GIOVANI - "Da noi se in una partita fai cento parate ed un errore, per il resto della settimana si parlerà solo dell'errore. Nel nostro calcio se qualcuno sbaglia è fregato, ci vuole grande forza mentale. Chi resta ai vertici da noi è solo chi ha una personalità molto forte. All'estero invece puoi sbagliare, puoi crescere tranquillamente. Ai miei tempi si giocava all'oratorio, si creava lo spirito di un gruppo, mente i giovani di oggi, li vedi spesso davanti al computer. In questi casi il talento e la fantasia non riescono ad uscire fuori".

MOMENTI DIFFICILI - "Avevo 25-26 anni, stavo diventando un uomo, era arrivato il momento di lasciare le cose che si fanno da ragazzo e intraprendere un nuovo percorso. Questo cambiamento mi ha portato a un momento molto difficile della mia vita, ma ho superato la depressione senza prendere farmaci.  Non ho mai voluto essere dipendente da qualcosa o da qualcuno, da solo ho cercato la via d'uscita parlando con gli amici".

EURO 2004 - "Nella prima sfida di quell'Europeo ero molto spaventato, avevo paura di fallire. Grazie al talento e alla fortuna feci qualche buona parata; da lì la svolta. Al termine della gara per la prima volta in 5-6 mesi, non ho mi tremavano più le gambe, ho ritrovato la forza che mi aveva accompagnato in passato. La partita finì 0-0 e tutti erano molto irritati, solo io ero tranquillo, perchè dopo un po' di tempo avevo risolto quel problema. Adesso ho 38 anni, ma anche se ho tante certezze è normale che in qualche partita avverta la tensione. E la cosa che mi piace di più di me è proprio la consapevolezza di essere spaventato ma anche di voler affrontare la paura. Affrontarla per me è una sfida, conoscerla e superarla è l'obiettivo". 

FUTURO - "Nella mia carriera ho acquisito tantissima esperienza, ma non voglio allenare. Però mi piacerebbe ricoprire il ruolo di selezionatore. Nella vita sono sempre stato ambizioso, se faccio una cosa, voglio ottenere sempre il massimo e arrivare in alto, senza di questo smetterei di vivere. Stati Uniti e Cina hanno un grande popolazione e un grandissimo potenziale, in un futuro non molto lontano potrebbero vincere, andrei verso queste nazioni".

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