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La Juventus e i sospetti di sudditanza psicologica

Redazione ITASportPress

La mancata squalifica di Allegri sul presunto insulto del tecnico bianconero al quarto uomo nel match di Firenze ha fatto scoppiare una polemica feroce

Tuttosport prende oggi una netta posizione a difesa della Juventus dopo le accuse di presunta sudditanza psicologica da parte degli arbitri, solita discussione che viene fuori soprattutto quando i direttori di gara sbagliano favorendo la Vecchia Signora. La mancata squalifica di Allegri sul presunto insulto del tecnico bianconero al quarto uomo nel match di Firenze ha fatto scoppiare una polemica feroce. Il quotidiano torinese oggi difende la squadra Campione d'Italia con un lungo pezzo a firma di Guido Vaciago che riportiamo integralmente:

E' il paradosso perfetto: perdi, ci sono due gravi episodi arbitrali che ti hanno penalizzato, non li citi nel dopopartita prendendoti tutte le (giuste) responsabilità per la sconfitta e nel giro di 48 ore finisci nel ribollente pentolone della polemica perché hai evitato una squalifica per un presunto insulto al quarto uomo pronunciato alla fine della partita. Massimiliano Allegri non potrà non cogliere l’assurda ironia dell’intera situazione, ma pare non abbia troppa voglia di farsi quattro risate, essendo diventato il mostro della Serie A nel giro di ventiquattro ore, da quando cioè il giudice sportivo non ha menzionato il suo urlo stizzito e non lo ha in nessun modo sanzionato (al contrario di altri allenatori nella stessa giornata). E ha poca voglia di ridere anche la società, che ha visto tirare fuori dal cilindro niente di meno che la vecchia e cara “sudditanza psicologica” nei confronti della Juventus. Marotta è il primo ad essere scontento della prestazione di Firenze, ma se dopo essersi visto negare un rigore che significava pareggio (e dopo la punizione di Pjanic a San Siro, e dopo il rigore non dato a Mandzukic a Marassi) sente la storia che la Juventus è trattata con un riguardo particolare gli girano un pochino le scatole. Ma cosa è successo domenica sera poco dopo le 22.30 a bordo campo del Franchi di Firenze? Allegri è furibondo: con la squadra in primis, ma anche con il quarto uomo Di Liberatore, secondo lui impari nella stretta marcatura a lui riservata rispetto a quella di Paulo Sousa a cui è stato concesso di scorrazzare fuori dall’area tecnica molte più volte. Come suo solito il tecnico della Juventus guadagna lo spogliatoio a testa bassa e con passo veloce, quando è dietro Di Liberatore urla qualcosa e poi fila dentro gli spogliatoi. La situazione (i video su Internet lo testimoniano) è parecchio confusa, ci sono una decina di giocatori, le urla dello stadio festante, la consueta “ressa” all’ingresso del tunnel. Insomma è altamente probabile, oltre che comprensibile, che Di Liberatore non senta l’urlo stizzito di Allegri. Altamente probabile anche in virtù della professionalità dell’assistente. La professionalità Di Liberatore è in questo momento uno dei migliori assistenti italiani (forse il migliore), quanto a serietà e affidabilità. Insieme a Rizzoli e all’altro assistente Tonolini ha diretto la semifinale dell’ultimo Europeo Germania-Francia, forse una delle più delicate. E in generale è noto per la sua precisione e un certo puntiglio. Anche negli ambienti arbitrali è quindi considerata come un’ipotesi improponibile che Di Liberatore abbia deciso di ignorare il teorico insulto nel referto per “sudditanza psicologica” nei confronti della Juventus ed è una ricostruzione assai più credibile il fatto che non abbia sentito. Da qui la mancata squalifica: perché se l’arbitro non referta, il giudice sportivo non può applicare nessuna sanzione. E la tv... Ci sarebbe la prova tv, che analizzando il labiale di Allegri potrebbe portare davanti al giudice il caso e ottenere l’eventuale squalifica (sta comunque al giudice valutare la chiarezza delle immagini e della situazione) e per l’utilizzo della prova tv deve decidere la procura federale, che al momento non pare intenzionata a farlo. La sentenza Ma in definitiva, Allegri andava squalificato? Qualora fosse dimostrato l’insulto, allora sì: avrebbe meritato quanto meno un richiamo o una diffida, se non proprio uno stop come è accaduto a Gasperini, il cui allontanamento dal campo è tuttavia avvenuto dopo un gesto più plateale e visibile della (sempre presunta) parolaccia pronunciata da Allegri in modo quasi nascosto. Ma se fate la proposta allo stesso Allegri o magari a Marotta: squalifica dell’allenatore per l’ipotetico insulto in cambio dell’annullamento del gol di Kalinic (viziato dal fallo di Bernardeschi su Alex Sandro) e concessione del rigore per la “parata” di Gonzalo sul cross di Pjaca, accetterebbero di sicuro. Anzi, aggiungerebbero pure una giornata di mancia