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Mazzola: “Agnelli predica bene e razzola male. Sugli scudetti vinti accetti la sentenza”

Mazzola (Getty Images)

L'ex calciatore dice la sua sugli striscioni comparsi prima del derby con la Juventus che offendevano la memoria dei morti di Superga

Redazione ITASportPress

Intervistato da Tuttosport, Sandro Mazzola, figlio dell'indimenticato Valentino, capitano del Grande Tornio caduto a Superga il 4 maggio 1949 e offeso dagli striscioni comparsi all'Allian Stadium, ha parlato della vicenda che tiene banco in questi giorni: "Io in cuor mio non solo non riesco a crederlo, ma proprio non ci credo che Agnelli sapesse del contenuto di quegli striscioni tremendi su Superga -riporta Torinogranata.it-. Sì, probabilmente aveva il sentore di qualcosa che non andava, ma non di un fatto così grave. Spero che non venga fuori altro. Ad Agnelli dico di riflettere bene prima di dire certe cose, tipo appunto l’invito ad attenersi alle sentenze rivolto ai media. Le sentenze, o le accetti e le rispetti tutte, o allora non vale. Non mi risulta che nel conto degli scudetti, per esempio, la Juventus si sia mai attenuta alle sentenze. E ricordo quella volta che fu tirata una bomba carta in mezzo ai tifosi del Toro, in un derby. Cercarono di far credere che i granata se la fossero tirata da soli, ma non mi sembra che le sentenze abbiano stabilito questo". Lei cosa avrebbe fatto, al posto di Agnelli? "Intanto avrei chiesto scusa. Subito. In maniera netta, inequivocabile, senza se e senza ma. Anche se non ha responsabilità dirette, sono comunque i loro tifosi, la loro gente. E certo, d’istinto mi verrebbe da chiuderlo, quello stadio". E al posto di Cairo? I sostenitori granata, molto sensibili sull’argomento-Superga, gli hanno chiesto di non ospitare il presidente juventino al derby nel Grande Torino. "Al posto di Cairo io starei un po’ più attento a tutelare il sentimento popolare granata. Ora fa bene a chiedere le scuse di Agnelli, ma ha dovuto essere messo alle strette dai tifosi. E in ogni caso di quegli striscioni vergognosi si sapeva da tempo, mica dall’altra sera. Non si può transigere nel ripretendere questo tipo di rispetto".