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Mihajlovic ricorda la malattia: “Se non ci fossi stato contro l’Hellas, sarei morto”

Il tecnico del Bologna si racconta al TG1

Redazione ITASportPress

A distanza di un anno la paura sembra aver lasciato spazio a una timida speranza. Sinisa Mihajlovic ha visto lo spauracchio della morte in faccia quando, quattordici mesi fa, gli diagnosticarono una leucemia. Il tecnico del Bologna superò lo choc iniziale e riuscì a fare in modo di essere presente alla gara dei suoi uomini al debutto stagionale contro l'Hellas Verona.

RINASCITA

Lo stesso Mihajlovic si è raccontato ai microfoni del TG1: "Se quel giorno non fossi andato alla partita sarei morto. Anche se quel giorno ero debole in tutto e per tutto, quelle erano le immagini della forza e della volontà di una persona che combatte. Ringrazierò sempre il donatore di midollo (il trapianto venne fatto il 29 ottobre 2019, ndr): non so chi è ma mi ha salvato la vita. Quando passi la leucemia è difficile aver paura: come quando passi una guerra, di cosa mai puoi avere paura dopo? Sono stato sempre sereno. Se lo avessi preso a febbraio-marzo quando ero immunodepresso poteva essere anche pericoloso. A 51 anni, comunque, ho imparato a farmi il letto da solo perché quando ero in ospedale per la leucemia nessuno poteva entrare nella mia stanza: all’inizio ci mettevo mezz’ora, poi ho imparato. La prossima sfida? Lunedì sera, devo incontrare il mio amico Ibra: speriamo che possa essere migliore dell’ultima volta che abbiamo preso cinque pappine...".