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Milan, Brocchi: “Io come Sacchi, Guardiola e Sarri”

Il tecnico del Milan, Brocchi alla vigilia del match col Frosinone, ha presentato la sfida e esaminato alcune criticità della squadra rossonera

Redazione ITASportPress

Il tecnico del Milan, Brocchi alla vigilia del match col Frosinone, ha presentato la sfida e esaminato alcune criticità della squadra rossonera: "Voglio vedere in campo una squadra con lo spirito giusto. In allenamento mi hanno dato segnali positivi. Spero che domani riescano a mettere in campo tutte queste cose. Nei momenti di difficoltà la squadra si disunisce e questo fa si che le difficoltà aumentino. Nel calcio bisogna risolvere le difficoltà da gruppo, non da singoli. Bisogna vedere se tutti sono consapevoli del fatto che il problema è questo. Tutte le squadre vanno in difficoltà ma quelle che si uniscono ne escono. I nostri giocatori hanno la forza di risolvere il problema ma da singolo e questo non deve accadere. nel momento in cui i giocatori offensivi vanno in avanti per cercare il gol, la squadra deve alzarsi e bisogna essere compatti. Tu pensi non salendo di fare meno fatica, invece è il momento in cui ti prepari a fare fatica. Abbiamo preso il 3 contro 2 non per il modulo. nel sistema di gioco che voglio portare ci sono equilibri. Nel momento in cui ci troviamo 2 contro 3 è un errore del singolo, non del modulo. Il mio compito è trasmettere ai miei giocatori questi concetti. Hanno la capacità di capire leggere determinate situazioni. L'ho fatto capire a giocatori più giovani e posso riuscire a farlo capire anche a loro. Anche i grandi allenatori hanno avuto difficoltà iniziali. Sacchi, Guardiola, anche quest'anno Sarri ma non voglio prendere questa scusa. Ora voglio aiutare la squadra, ho la mia idea di calcio. Preferisco guardare il Barcellona o il Bayern Monaco, il Napoli e l'Empoli o anche il Sassuolo. Proprio riguardo il Sassuolo, Di Francesco era stato esonerato ma poi gli si è dato tempo. Non voglio avere una squadra chiusa che gioca con ripartenze, la mia idea di calcio è un'altra. Non so se ce la farò ma questa è la mia idea. Ognuno ha la propria idea di calcio, se valuto la mia idea e la Primavera di ieri dico che mi sono divertito. Non hanno vinto ma hanno giocato bene. Io ho la mia filosofia".

"Honda non mi ha sorpreso ad essere uno dei più positivi. Non c'è un giocatore che non sto considerando, lui è un professionista esemplare con un'intelligenza superiore. Come tanti altri ha avuto possibilità e ne avrà in futuro. Mario deve pensare solo a fare quello che ha fatto questa settimana, un Mario propositivo e con voglia. In questo momento deve pensare che domani c'è una partita importante e spero che si sbloccherà e metterà in risalto le sue qualità. Il risultato in Italia è fondamentale. Domani la regola numero uno sono i 3 punti. Con questo non chiederò alla mia squadra di stare arroccati. Donnarumma non mi sorprende, non voglio prendermi meriti su di lui. Sono stato l'unico che siè preso critiche ad averlo portato in Primavera. Dobbiamo dare la possibilità ai ragazzi di sbagliare, se uno non sbaglia mai non può capire qual'è la reazione giusta. Siamo contenti di aver fatto un buon lavoro nel settore giovanile. Se ci dovesse essere un fallimento in Europa sarebbe un mio fallimento come di tutti i giocatori. Stiamo dando tutto io e il mio staff. Per Bacca la rabona è un gesto naturale, istintivamente fa questa scelta. In questo momento è criticato perchè fa pochi gol ma 15 non mi sembrano pochi. Spero che lui possa migliorarsi come tutta la squadra".

"Il momento è difficile per tutti. Ribadisco che i giocatori non li tocco e il responsabile sono io. Il Presidente ha la voglia e volontà di vedere un Milan diverso e che vince. Nonostante le critiche che gli piovono addosso nessuno ama il Milan quanto lui. Giocare nel Milan vuol dire sapere sopportare San Siro, nei momenti belli e brutti. Non possiamo pensare che i tifosi siano felici ma siamo noi, attraverso l'atteggiamento, a far si che loro vedano una squadra combattiva. Se tutti gli allenatori chiedessero le stesse cose basterebbero dei libri. Ci sono deglia llenatori che giocano su codifiche o su principi. Non siamo tutti uguali e le modalità sono tutte diverse per entrare nella testa dei giocatori. Il problema non è un problema di interpreti ma di reparto. Tanto di cappello per il lavoro di Simeone: devi essere nell'ambiente giusto e cerdere ciecamente in quello che fai. Tutte le squadre possono giocare un calcio divertente e di qualità. Se fossi un giocatore del Milan penserei al campo. Gli aspetti societari non sono pensieri dei calciatori che devono far bene e mettere in campo tutto quello che hanno. Honda è tornato nella sua posizione abituale, io penso che possa giocare sia sulla linea che dietro le punte. Questa esperienza per me mi sta insegnando a gestire l'esterno che cerca di stroncarti. Nella mia vita ho passato situazioni difficili ma anche queste cose mi stanno fortificando. Nel nostro mondo nessuno ti dirà che stai facendo la cosa giusta. Credo nel mio metodo, che è il mio credo. Congratulazioni infine ad Antonelli e la moglie per la nascita della figlia".