gazzanet

Milan e Inter, pantano orientale imbarazzante mentre la Juve va…

Le due squadre milanesi convivono con una crisi che dura da anni

Redazione ITASportPress

Milano non è più da tempo la capitale del calcio. Milan e Inter da anni non si affacciano in campo europeo come facevano in passato. La forbice con la Juventus si allarga sempre di più e i tifosi meneghini sono molto preoccupati. Anche la Gazzetta dello Sport lancia un monito importante sulla crisi che ha investito rossoneri e nerazzurri. Questo l'editoriale di oggi sulla 'Rosea' a firma del vice direttore vicario, Gianni Valenti.

"Ci sono cinesi certi e cinesi in perenne arrivo. Ma il risultato è lo stesso: la Milano del calcio, la città che per decenni è stata la capitale del pallone italiano, è ferma in un pantano imbarazzante dal quale oggi non si intravede una vera via d’uscita. Inter e Milan arrancano mettendo in fila una serie di pericolose non scelte soprattutto sul mercato, mentre gli avversari di sempre stanno rifinendo organici e strategie. Manca meno di un mese al via del campionato e sia Mancini che Montella sono al lavoro con due squadre incomplete che al loro interno custodiscono parecchi punti interrogativi. Il rischio che entrambe stanno correndo è quello di compromettere la stagione prima ancora di averla cominciata. Cominciamo da chi la Cina l’ha già toccata concretamente con mano, e cioè l’Inter. Il nuovo proprietario Zhang Jindong, a capo del colosso Suning, ha definito l’acquisizione della società curandone tutti gli aspetti finanziari, ma per il momento ha lasciato in carica il management precedente in attesa che il figlio 25enne Steven familiarizzi con la realtà italiana. I cinesi, però, non hanno capito che l’Inter è tutto fuorché una filiale dell’impero da gestire a distanza attraverso grafici e numeri. Il calcio, infatti, impone presenza e competenza. Thohir e il gruppo di manager anglosassoni che gestiscono il presente hanno un solo obiettivo: chiudere il bilancio d’ottobre rispettando i parametri del fair play finanziario. Nessun azzardo, anche piccolo, sul mercato. Che tradotto in pratica vuol dire niente acquisti se prima non s’è venduto per svariati milioni. L’unica possibilità di rinforzare la squadra in attesa di una cessione eccellente poteva essere così la triangolazione con il Jiangsu, compagine che Suning possiede nella serie A cinese. Il nome era quello del portoghese Joao Mario. Ma anche questa opportunità, gestita male, è svanita. Esiste, insomma, un pericoloso scollamento tra la nuova proprietà e la squadra. Da qui il mal di pancia ondeggiante di Mancini che non riesce ad avere un vero interlocutore e all’orizzonte vede poca chiarezza. Ha messo nero su bianco una lista di possibili acquisti, ma gli è stata smontata sull’altare di una prospettiva tecnica diversa: spendere solo per giovani di valore. Il tecnico vorrebbe poi il rinnovo del contratto come segno di fiducia, ma sulla richiesta è calato un roboante silenzio. Vedremo se il faccia a faccia con Thohir e il giovane Zhang previsto negli Stati Uniti servirà a metterlo tranquillo. Altrimenti non si può escludere una clamorosa rottura. Un altro segnale d’instabilità è stato la sortita di Icardi: pur di batter cassa ha mandato in avanscoperta sui social network la moglie Wanda, prefigurando un trasferimento se le sue istanze non saranno accolte. Il tutto fa capire chiaramente come manchi la vera voce del padrone a fare ordine. Diversa è la situazione del Milan. Da più di un anno sentiamo parlare di cordate cinesi pronte a rilevare una parte o addirittura l’intera società. Dopo la meteora MrBee i giochi sembrano essersi fatti più seri. C’è un advisor di fama internazionale (Galatioto) e, finalmente, due nomi di compratori: Sonny Wu e Steven Zheng. Anche la valutazione per il 100% della società pare ora realistica: 500 milioni. I cinesi spingono per chiudere, non vogliono andare oltre la fine del mese. Pare abbiano posto una sorta di ultimatum: o la trattativa va in porto definitivamente, o potrebbe rischiare di saltare tutto. Silvio Berlusconi nel fortino di Arcore riflette. Amici e consiglieri lo pressano per firmare, lui all’uscita dall’ospedale dopo la delicata operazione al cuore, aveva di fatto dato il via libera al preliminare. Ma evidentemente vuole ottenere altre garanzie prima di separarsi definitivamente dal Milan. O forse dopo l’inevitabile distacco da un ruolo di primissimo piano in politica, ci vuol pensare due volte prima di lasciar andare del tutto la sua vera, grande passione. Così il tempo passa e Montella, neo allenatore concordato con i cinesi, aspetta invano rinforzi. Il problema è che Galliani ha il portafoglio desolatamente vuoto. Gira l’Italia e l’Europa a bloccare giocatori nella speranza che l’intesa definitiva porti qualche denaro alla causa. Ma poi è costretto a lasciarli liberi. La Fininvest, infatti, ha deciso di non anticipare più nulla. L’anno passato, fidandosi delle promesse di Mr Bee, scucì 100 milioni per la campagna acquisti. La cordata del thailandese, come è noto, si è poi dissolta e quel denaro non è mai tornato indietro. La realtà, insomma, è che la tanto osannata rivoluzione d’oriente sul calcio milanese per ragioni o responsabilità diverse stenta ancora ad avviarsi concretamente e sta vivendo uno stallo pericoloso dagli esiti davvero incerti.