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Milan, Piatek: “La pressione? L’ho creata io con i gol. I miei idoli sono…”

"La mia esultanza? La gente in Italia è impazzita"

Redazione ITASportPress

Tre gol nelle prime due partite da titolare. L'avventura di KrzysztofPiatek al Milan non poteva iniziare in un modo migliore. Il polacco ex Genoa ha già conquistato tutti a Milanello. Gattuso lo ha definito Robocop e i compagni sono stati contagiati dall'esultanza delle pistole.

Intervistato ai microfoni di Foot Truck, il Pistolero ha parlato della sua nuova avventura in rossonero: dall'arrivo in società alle prime sensazioni a San Siro. Ma non solo, Piatek ha parlato anche di alcune leggende del mondo milanista e degli idoli da cui ha preso ispirazione.

IMPATTO - "Se sento la pressione? Ho fatto dei gol in Serie A, la pressione l'ho scelta io stesso. Mi devo abituare, ma di sicuro non cambierò. Cerco di essere sempre la stessa persona e di lavorare come prima. Il Milan? Seedorf ha chiesto di fare una foto. È fantastico che gente del genere mi riconosca, vuole parlare con me. Come Shevchenko nello spogliatoio prima della partita col Napoli. Dopo la firma del contratto ho avuto un messaggio da Alvaro Morata: ha scritto che mi osserva, che mi augura buona fortuna. Anche questo è fantastico".

ESORDIO - Dal Genoa al Milan, la differenza è notevole: "È stato un passo avanti nella mia carriera. Sono rimasto impressionato dopo l’arrivo a Milanello. Il debutto col Napoli? Ero così concentrato che non sentivo le urla dei fan. Solo prima della partita, quando ero ancora nel tunnel e lo speaker recitava i cognomi. Quando so di giocare dal primo minuto, non esco sul campo prima del riscaldamento. Sono i miei rituali. Però se sono in panchina, sono più rilassato e vado a vedere la tribuna. Avevo le cuffie e tutti i giocatori di riserva si sono seduti in panchina, sono entrato da solo in campo. Sento l’applauso, tolgo le cuffie e tutti: wooow! Ho applaudito anch’io e l’atmosfera è cresciuta. Un’emozione incredibile, i tifosi del Milan hanno salutato così un nuovo giocatore, che non ha ancora fatto niente per il club".

ESULTANZA - Piccolo retroscena sulla ormai nota esultanza delle pistole: "In Polonia non c’era? Non era preparato. Giuro che dopo aver fatto il secondo gol ho fatto il gesto ed è rimasto così. Dopo è diventato un mio talismano, la serie dei gol è stata fantastica. La gente in Italia è impazzita".

MIGLIORARE - "Mi fermo dopo gli allenamenti perché la punta centrale deve fare gol da ogni posizione. Ho migliorato i parametri fisici, anche la resistenza e la velocità. Ultimamente ho corretto il tiro. Ora ho una ripetizione migliore. Dopo gli allenamenti esercito la posizione del piede. Se guardiamo i miei ultimi gol in Serie A sono tutti molto simili". "Dopo il primo allenamento in Italia mi sono detto: se faccio 12 gol in questa stagione, sarò contento. Ma l’appetito vien mangiando. Devo lavorare duro ogni giorno, in ogni allenamento, e alla fine ci saranno i risultati. Non importa se gioco a San Siro o per il Cracovia o per la Nazionale polacca".

IDOLI - Di recente, soprattutto sui social ha fatto il giro del web una foto di Piatek bambino con la maglia del Milan. Ma anche il polacco, oltre ai colori rossoneri, aveva e ha degli esempi da seguire: "La mia prima maglia era del Real Madrid con Ronaldo, poi i poste dello United di Ronaldo e dell'Arsenal Henry".