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Napoli, Ancelotti: “Vi racconto i miei trascorsi in Champions League. Per il Napoli è un test”

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Le parole del tecnico azzurro al sito Uefa

Redazione ITASportPress

Si gioca mercoledì sera, 23 ottobre, la partita fra Salisburgo e Napoli, valida per la terza giornata della fase a gironi della Champions League. Il tecnico dei partenopei Carlo Ancelotti ha parlato al sito ufficiale della Uefa, ma della sua gloriosa carriera, e da giocatore e da allenatore: "Ho sempre associato il calcio a passione e felicità, giocavo col pallone tante ore dopo la scuola, all'oratorio. Poi sono divenuto professionista, ma non l'ho mai considerato un lavoro, né da giocatore né da mister. Sempre e solo passione. Mai ho rimpianto di aver appeso gli scarpini al chiodo presto, avevo tanti problemi alle ginocchia, quindi ho lasciato a 33 anni. Mi ritengo fortunato di aver cominciato quell'altra avventura, che prosegue tuttora: continuo ad essere vicino all'azione, anche se non posso intervenire direttamente".

E ancora: "Non basta essere grandi calciatori per essere grandi allenatori, perché ci sono tantissimi altri aspetti. Dalla tattica al rapporto con i giocatori, dalla quello con la società a quello coi media. Di certo allenare calciatori di grande spessore, come spesso mi è successo, rende tutto più semplice. Molti pensano invece che sia più tosta, invece no. Sono oltretutto molto seri e professionali".

Ancelotti e le tante vittorie in Champions League: "Il primo ricordo legato a questa competizione è del 1984, quando la mia Roma raggiunse la finale, che però non giocai per infortunio. Poi il trionfo con lo Steaua Bucarest del 1989, al Camp Nou. Ricordo ogni cosa, l'atmosfera era incredibile, con oltre 90mila tifosi del Milan al seguito. Tante memorie, alcune anche brutte naturalmente, ma di certo giocare una finale è l'highlight di una carriera per qualsiasi giocatore. Si tratta della più bella competizione del mondo, entusiasmante ed emozionante anche per via della fase ad eliminazione diretta".

È la sua competizione, ovviamente, anche da allenatore: "Col Milan nel 2003 è stata la prima vittoria da allenatore, per cui la ritengo la più importante. Ho vinto altre due volte, ma la prima è la prima, ha un sapore speciale, anche perché si giocava contro un'altra italiana. Bellissima anche la vittoria con il Real Madrid, in un ambiente che voleva fortissimamente 'La Decima'. Ora c'è il Napoli, che mai ha ottenuto grandi risultati in questa manifestazione, per cui è un test per cercare di fare sempre meglio".