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NAPOLI, con Sarri largo alla meritocrazia

Napoletano di nascita. E ora anche d’adozione. Maurizio Sarri, forse, non avrebbe minimamente pensato di sedersi sulla panchina azzurra. A maggior ragione, dopo aver vissuto il suo primo anno da allenatore debuttante in massima serie con...

Redazione ITASportPress

Napoletano di nascita. E ora anche d'adozione. Maurizio Sarri, forse, non avrebbe minimamente pensato di sedersi sulla panchina azzurra. A maggior ragione, dopo aver vissuto il suo primo anno da allenatore debuttante in massima serie con l'Empoli. A 56 anni. Con tanta gavetta alle spalle. Che gli sarebbe servita un giorno non troppo lontano. Quel giorno che stentava ad arrivare. La firma con la società del patron De Laurentiis. L'occasione di una vita.La notizia di Sarri quale neo-allenatore del Napoli ha fatto storcere il naso ai più ma, di contro, molti sono convinti che possa far bene. Magari anche nell'immediato. Molto più verosimilmente in prospettiva. Plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza. La missione di “mazzarriniana” memoria. Ben riuscita e portata dal predecessore, tre anni or sono, fino ai limiti del possibile. Sarri non avrà l'appeal internazionale che tanto può giovare al progetto Napoli, ma a mo' di contraltare possiede tanto carisma da poterlo mettere in palio persino al mercato. Anzi, al calcio-mercato che gli ha regalato questa importantissima opportunità e che, d'altra parte, proverà a scandagliare di concerto con il neo ds Giuntoli per assicurarsi le pedine adatte al suo scacchiere. Tanti altri, poi, sono i punti di forza di un allenatore come lui che dispensa umiltà e abnegazione come fossero caramelle. Da qui la sua decisione di fare una subitanea 'full immersion' nel mondo Napoli per carpirne spunti interessanti, visionando con meticolosità tutte le partite ufficiali della scorsa stagione e apprezzando il quartier generale di Castelvolturno. Quando si dice il piglio del perfezionista.La scelta di Sarri impone una frattura rispetto al passato in termini di guida tecnica, ma al contempo – ed è questo il dato che non passa di certo inosservato – segna un'inversione di tendenza, un dietrofront nella filosofia societaria perseguita dal presidente. Dopo averci provato, invano e a più riprese, sia con Emery del Siviglia che con Montella silurato dalla dirigenza viola. Il nome di Sarri era già ben che appuntato in agenda, ora è parte integrante del nuovo progetto targato Napoli. Che riparte concedendo spazio alla meritocrazia, ma anche al low cost compatibilmente alla necessità di mantenere il bilancio in attivo. Un'operazione che ricorda molto da vicino il primo Allegri rossonero e il primo Conte bianconero. Formalmente è così. Sperando che il nesso valga anche sostanzialmente. Con il più bel verdetto dal campo.