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Pescara, Pepe: “Ecco perché Conte mi odiava. Tatuaggi? C’è tanta Juventus. Senza calcio avrei fatto il benzinaio…”

"Il fatto di esser rimasto nel cuore dei tifosi bianconeri è un motivo d'orgoglio. Forse rivedono in me lo spirito Juventus"

Redazione ITASportPress

"In vista del match contro la Juventus, sua ex squadra, Simone Pepe si racconta in un'intervista a Il Centro; ecco un estratto delle dichiarazioni del centrocampista del Pescara: "Il fatto di esser rimasto nel cuore dei tifosi bianconeri è un motivo d'orgoglio. Forse rivedono in me lo spirito Juventus. Io non mollo e do sempre tutto in campo. La Juventus è nata con la vittoria nel sangue, come me. Nulla è impossibile nel calcio. Giochiamo contro una squadra fortissima. Anche Crotone-Inter sulla carta era una partita senza storia… Questa Juventus, però, è più forte rispetto alla mia. Secondo me, in Champions League, può arrivare fino in fondo. La Juventus ha una marcia in più per quanto riguarda la mentalità".

"SOPRANNOME - "Mi chiamano 'er chiacchiera'. Non sto zitto un secondo. Nello spogliatoio della Juventus ero un 'cazzarone'. Conte non lo tollerava, mi diceva che fuori dal campo potevo dire quello che volevo, ma quando si lavora in allenamento massimo silenzio. Io invece rompevo e scherzavo con tutti anche durante lo stretching".

"CONTE - "Con lui è iniziato un ciclo. Ci ha dato una grande impronta valorizzando tanti giocatori. E' l'allenatore più forte che ho avuto. È stato il mio maestro. Sa come si parla ai giocatori, sa come si tira fuori il massimo e tatticamente ti spiega tutto nel dettaglio. Lui è allenatore, preparatore atletico e psicologo. Ricordo Juventus-Parma, era la prima di campionato nel 2011. La prima gara ufficiale allo Juventus Stadium. Vincemmo 4-1. Una partita che Conte aveva caricato a mille. Quello fu l'inizio di un ciclo. Eravamo una macchina da guerra".

"TATUAGGI - "C'è molta Juventus nelle mie braccia. Ci sono le date degli scudetti, poi i figli, gli hobby, il golf, il fungo di SuperMario. Ero fissato col videogioco Supermario".

"FUTURO - "Al calcio giocato probabilmente non posso dare più nulla, mi piacerebbe dare il mio contributo in altri ambiti. Mi metterò alla prova. Posso imparare dal direttore sportivo. Il club manager è una figura di raccordo tra la squadra e la società, poi vivi accanto al direttore sportivo, un mestiere che mi piacerebbe fare".

"ZEMAN - "Mi ha colpito la serenità e poi non ha peli sulla lingua. E’ un grande maestro di calcio. Ha delle idee che non ha nessuno. E' l'uomo giusto per ripartire".

"L'ALTO PEPE - "Senza calcio avrei fatto il benzinaio. Da ragazzino volevo fare quel mestiere perché vedevo sempre i benzinai con il portafogli pieno…".