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L'editoriale

Plusvalenze bufale ammazza calcio mentre più di 5 club dalla A alla C appesi a un filo

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L'unica soluzione è sotto gli occhi di tutti, ma il sistema è lento e presuppone scelte dolorose per le tasche di alcuni potenti presidenti di A

Beppe Castro

Il caso plusvalenze è una bufala e sta danneggiando il sistema calcio. Questa vicenda riguarda una sola squadra, la Juventus nell'ambito dell'inchiesta "Prisma", ma per vicende non legate al calcio ma relativamente ai suoi azionisti. Quello che ha notificato la Procura Federale ai club, è una bastonata sui denti a proprietà modello come quella di Knaster a Pisa e Krause a Parma. Non solo, ma il polverone alzato dalla giustizia sportiva rappresenterà un danno di immagine ulteriore al sistema calcio italiano che non si è qualificato ai Mondiali, fattura meno di Inghilterra, Spagna e Germania ed ha almeno una società in Serie A sull'orlo del default finanziario, due società di Serie B vicine al fallimento e una manciata in Serie C di cui nessuno ad oggi conosce il destino, per non parlare del Catania che è già stato dichiarato fallito.

Vlahovic

SISTEMA IN CONFUSIONE - I club che hanno ricevuto il deferimento hanno letto le decine di pagine tra lo stupore e l'incredulità. Qualcuno dei direttori amministrativi coinvolti ha anche sorriso probabilmente per gli errori di "ragioneria di base" contestati negli atti del deferimento. Quando si dice che il braccio destro (la Procura) non sa cosa fa il braccio sinistro (la CoViSoc) nell'ambito delle indicazioni contabili, ma più in generale nell'ambito della "contabilità", si capisce quanto sia in confusione una parte del sistema.

DANNO I NUMERI - Il caso plusvalenze è anche una bufala perchè già la giustizia sportiva si è espressa in passato: non esiste oggettività per valutare economicamente un calciatore. Da qui il danno al nostro calcio. Come spiegare a Krause e Knaster, rispettivamente proprietari del Parma e del Pisa, che l'iscrizione al campionato sarebbe stata "falsata" dopo che hanno versato vagonate di milioni nelle casse del club; oltre al fatto che gli si contesta il nulla ed addirittura qualcuno con voce tremante gli ha dovuto accennare al fatto che la Procura avrebbe chiesto la retrocessione. Il vero deferimento andrebbe dato a quei soggetti che hanno scritto la parte contabile del documento, che hanno invertito numeri e scritto valori di mercato in base ad un parametro che non esiste (età, presenze, ecc).

FALSE PLUSVALENZE - Quindi, visto che Donnarumma non è titolare nel PSG non ha un grande valore di mercato, oppure Ibrahimovic che ha oltre quarant'anni non ha valore, oppure l'attaccante Luca Moro di recente venduto dal Padova al Sassuolo per quattro milioni e che gioca a Catania (fallito) è una falsa plusvalenza. Chi farà stare tranquilli gli amministratori del Padova visto che si iscriveranno al prossimo campionato grazie proprio alla "plus" di Moro?

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LA NORMA DA CANCELLARE - Nessuno vuole nascondere il fatto che vi è stato un uso fraudolento di alcuni valori, ma fraudolento rispetto a cosa se non vi è un metodo oggettivo per valutare il valore della cessione di "Vlahovic" dalla Fiorentina alla Juventus (troppo o troppo poco)? L'unica soluzione è sotto gli occhi di tutti, ma il sistema è lento e presuppone scelte dolorose per le tasche di alcuni potenti presidenti di A: non inserire le plusvalenze conseguite per l'iscrizione al campionato. Peccato che la norma che andrebbe cancellata sia nata proprio in Serie A: era la stagione 2012/2013 e DG della Lega di Serie A era Marco Brunelli attuale segretario della FIGC. Basterebbe chiedere a lui, sistemare la norma ed avvisare i presidenti che le operazioni fatte a giugno non hanno valore per l'iscrizione al campionato così non dovranno più stressare Direttori Sportivi, Direttori Generali e Procuratori per chiedergli il favore di parlare con questa o quella società. E poi gli agenti sono i veri padroni del calcio, certo se gli chiedi i favori...

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