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Ranieri: “Cagliari la mia vera favola. Inter, mi vendettero Motta dopo sette vittorie…”

Ranieri (Getty images)

Le parole del tecnico della Sampdoria a Sky Sport

Redazione ITASportPress

Tra passato e presente. Claudio Ranieri si racconta ai microfoni di Sky Sport. Il tecnico della Sampdoria esordisce parlando della storica vittoria in Premier League con il Leicester City: "Aver vinto la Premier con una squadra che si era salvata all'ultima partita è qualcosa di bello che spero possa essere eguagliato in futuro, di certo a me ha fatto piacere essere al posto giusto al momento giusto. In pratica non abbiamo mai mollato, ogni sera mandiamo il programma della mattina seguente e i calciatori si attengono a questo. Non è la stessa cosa perché non tutti hanno un giardino".

ISOLAMENTO - Il tecnico racconta come sta attraversando questo isolamento così particolare: "Lo vivo con grande fiducia che si possa tornare alla vita normale, ma la cosa più importante è dire quello che ci dice il governo. Al ritorno agli allenamenti la prima cosa che mi dispiacerà sarà non poter abbracciare i ragazzi. Ci capiremo col feeling già instaurato, ricominceremo e sarà comunque bello e gioioso per tutti noi poterci allenare nuovamente insieme".

ROMA - Ranieri si sofferma sulla sua amata Roma, la squadra del cuore, partendo dalla situazione dell'ex capitano giallorosso Daniele De Rossi: "Era un allenatore già in campo, un ragazzo determinato, serio e intelligente, anche se fare l'allenatore è un mestiere completamente differente dal calciatore. Poi c'è il papà allenatore che saprà dargli dei consigli. Nell'ultima partita mi sono emozionato, io faccio questo lavoro per le emozioni e fino a quando ne avrò proverò a continuare. Sono state sempre tifoso sin da bambino, sono diventato professionista poi ma dentro di te c'è sempre quel bambino che tifa la sua prima squadra" Non manca una domanda riguarda il celebre Roma-Sampdoria che negò lo scudetto ai giallorossi: "Sbagliammo diversi gol nel primo tempo, poi purtroppo ci furono due invenzioni di Cassano per Pazzini. Evidentemente doveva andare così. Non credo sia stata questione di stanchezza, avevamo fatto un gran recupero sull'Inter e ripeto, credo pesarono più i gol sbagliati".

CAGLIARI - I ricordi di Ranieri si spostano a Cagliari, altra tappa importantissima: "È la mia favola: tutti dicono Leicester ma no, è Cagliari. Ho fatto tutte le categorie, ho preso il Cagliari in Serie C contro il parere di molti, una grande squadra quando ancora non sapevo se avrei fatto davvero l'allenatore. I fratelli Orrù mi fecero sentire uno di loro".

PARMA E ROSSI - Un'altra impresa straordinaria fu sicuramente la salvezza del Parma di Giuseppe Rossi: "Giuseppe era un giovane e grazie ai suoi gol ci salvammo. Tornavo dall'esperienza di Valencia, dove mi aveva riportato il cuore e sbagliai a seguirlo. Quella era una squadra che aveva vinto campionato e Coppa UEFA ma non era attrezzata a ripetersi, lo dissi anche ai dirigenti. Quando le cose andarono male però mi mandarono via. Ci rimasi talmente male che per un anno non volli allenatore. Poi arrivò la chiamata del Parma, fu mia moglie a convincermi ad andare. Trovai una squadra che voleva salvarsi, l'avevo seguito anche negli anni precedenti perché c'era Cinquini, che avevo avuto a Firenze. Credevo in quei ragazzi, non era possibile che fossero ultimi, ma è stata una impresa forse ancora più difficile di Leicester. Arrivai a metà febbraio e senza avere l’opportunità di provare la squadra e di fare amichevoli, riuscimmo subito a trovare il nocciolo della questione. Trovai ragazzi meravigliosi che mi seguirono in tutto e per tutto, oltre a un pubblico eccellente, il pubblico di Parma lo ricorderò per sempre".

JUVENTUS-INTER - Infine un bilancio delle esperienze con poche luci e tante ombre alla Juventus e all'Inter: "Sono arrivato alla Juve in un momento particolare, tornava dalla Serie B e più di un terzo e un secondo posto non si poteva fare. C'erano cinque grandi campioni e tanti ragazzi. All'Inter arrivai nel dopo Mourinho e con una squadra che andava rifondata ottenni sette vittorie di seguito ma a Natale mi vendettero Motta e Coutinho. Il primo era un catalizzatore, un regista che faceva girare tutta la squadra. Venni esonerato, ma probabilmente se avessi distribuito le sette vittorie durante tutta la stagione forse mi sarei salvato".