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ROMA-MILAN, chi perde paga. Ecco i nomi dei possibili successori

Le suggestioni dietro lo scontro decisivo tra Roma e Milan: chi perde paga. I due allenatori, Garcia e Mihajlovic, infatti, sono a forte rischio esonero. Ecco i nomi dei possibili successori.

Filippo Rizzo

Dimenticatevi i grandi classici del passato, stasera, ore 20:45, in uno stadio Olimpico malinconicamente semivuoto andrà in scena un Roma-Milan dal significato completamente diverso rispetto alle sfide precedenti: in un clima surreale, tra l’insoddisfazione della gente ormai delusa, ci si gioca l’onore e la credibilità di un progetto, oltre che dei punti preziosi per non perdere ulteriormente terreno verso i piazzamenti valevoli per l’accesso alle competizioni europee. Ciò che, però, rende ulteriormente intrigante questo tesissimo anticipo del Sabato sera di Serie A è il dentro o fuori che accomuna inesorabilmente le sorti dei due allenatori. La linee che filtrano dalle due società, infatti, sembrerebbero abbastanza chiare: chi perde è fuori.

MILAN INDECISO- I dialoghi apparentemente sereni tra Mihajlovic e Galliani sul pullman per Roma alla vigilia della trasferta in terra capitolina non devono trarre in inganno: la situazione in casa Milan è piuttosto tesa - come testimoniato dall’atipico silenzio della dirigenza sul tema - e la panchina dell’allenatore serbo appare più che mai traballante. Qualora i risultati non dovessero arrivare nemmeno durante questo weekend, è probabile che l’attuale tecnico dei rossoneri possa prematuramente salutare i propri uomini. Silvio Berlusconi, si sa, non sembrerebbe averlo mai particolarmente amato: un feeling sul quale era obiettivamente difficile scommettere a causa dell’eccessiva indipendenza di pensiero che ha sempre contraddistinto – e per fortuna diremmo – Sinisa Mihajlovic. Il Milan ha da sempre gradito allenatori aziendalisti e per questo i profili che sono stati individuati per rilevare eventualmente la squadra in corsa sono quelli dell’attuale tecnico della Primavera rossonera Christian Brocchi – scelta particolarmente caldeggiata proprio dallo stesso Berlusconi, il quale non ha alcuna intenzione di aggiungere un ulteriore nome al già affollato libro paga degli allenatori rossoneri – e Marcello Lippi, soluzione, invece, proposta da un Adriano Galliani ben consapevole che sarebbe abbastanza folle assegnare questa squadra all’ennesimo neofita – dopo gli esoneri di Seedorf ed Inzaghi - del mestiere. Al di là dell’indubbio peso di Adriano Galliani all'interno dinamiche rossonere, è chiaro che il volere determinante resta e resterà sempre quello presidenziale: per questo, ad oggi, Brocchi appare indiscutibilmente il favorito, anche se la suggestione legata a Lippi non permette di escludere sorprese.

UN GARCIA A TERMINE- Se in casa Milan l’atteggiamento della società non è stato quello di una vicinanza netta ed espressa verso il proprio allenatore, lo stesso non può dirsi per la dirigenza giallorossa: la Roma, infatti, ha più volte tentato ammirevolmente di non delegittimare un Rudi Garcia in evidente difficoltà e che ha ormai da tempo palesemente perso il controllo della situazione. Le occasioni che avrebbero giustificato un divorzio tra il tecnico francese e la squadra, infatti, non sono affatto mancate; la proprietà americana, però, si è sempre dimostrata abile ed evoluta nell’evitare di assumere decisioni azzardate. Probabilmente Garcia, al di là dei luoghi comuni, andava esonerato dopo la disfatta contro il Barcellona: la situazione è stata protratta in avanti, ma la sensazione resta comunque quella di un incarico a ormai a termine. Il candidato principale in caso di esonero – inevitabile in caso di sconfitta contro il Milan – ha un nome ed un identikit ben preciso: Luciano Spalletti, uomo che conosce l’ambiente, in grado di proporre un gioco spumeggiante e capace di poter stabilire un immediato feeling con uno spogliatoio del quale già conosce parzialmente i leader (Totti e De Rossi, per intenderci). L’augurio ai due tecnici è che nulla possa cambiare, tuttavia, in questo dentro o fuori ad altissima carica di tensione, sembrerebbe cosa davvero complicata: ci resta solo che star seduti ben saldi sul divano e goderci lo spettacolo di una gara che da tempo – dalle sfide scudetto della stagione 2004/2005 - non assumeva un peso simile.