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Sacchi: “Solo la Juventus può perdere lo scudetto. Sarri è un genio, ma il Napoli è condannato alla perfezione”

"Serie A? Oggi c’è un buon gruppo di allenatori che insegnano alle loro squadre a essere dominus delle partite: Giampaolo, Di Francesco, Spalletti, Sousa, Gasperini"

Redazione ITASportPress

Arrigo Sacchi, intervistato dal "Corriere della Sera", ha fatto il punto sul campionato di serie A che a breve avrà inizio. Queste le dichiarazioni rilasciate dall'ex allenatore del Milan e della Nazionale italiana: "Lo scudetto lo rivincerà la Juve che ha una superiorità caratteriale. Anzi, mi correggo: solo la Juve può perderlo. Il Napoli però è la squadra che preferisco, la più armoniosa, come gioco è fra le tre migliori al mondo. E Sarri è un genio. Perché non lo vincerà il Napoli? Perché il Napoli è condannato alla perfezione. Ha collettivo eccezionale, idee, qualità. Però i singoli mancano di forza fisica, esperienza, storia. Quando c’è da stringere i denti nei momenti bui si perdono, e a un certo livello i momenti bui capitano. La strada però è giusta, ogni mese che passa il Napoli è migliore. L’anno scorso ha perso Higuain e poi anche Milik, eppure ha segnato più gol. Prima o poi sarà da scudetto, magari lo diventa già quest’anno". 

SERIE A - "Qualcosa si muove, la globalizzazione aiuta. In tv vediamo spettacoli migliori e così lentamente ci stiamo adeguando. Per emulazione. Oggi c’è un buon gruppo di allenatori che insegnano alle loro squadre a essere dominus delle partite: Giampaolo, Di Francesco, Spalletti, Sousa, Gasperini. E poi alcuni ragazzi stanno crescendo, sono gli effetti del duro lavoro che abbiamo fatto fra 2010 e oggi sulle nazionali. Belotti, Insigne, Immobile, Florenzi, Romagnoli, Rugani: la direzione è quella giusta. Però  continuano a giocare pochi italiani e questo è un problema enorme per la Nazionale. Dov’è l’orgoglio italiano?".

DIFESA A TRE - "La odio se diventa a cinque, se è la prova della paura di giocare a testa alta. Noi al Milan difendevamo con due uomini, se ne serviva uno in più ecco che l’esterno scalava subito. Invece oggi da noi troppi difendono preventivamente. Giocano solo sull’avversario, sui suoi errori".