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Sampdoria, Audero si racconta: “Quando non paro, parlo da solo. Cresciuto studiando Buffon…”

"La parata migliore della mia stagione è quella su Matuidi contro la Juventus"

Redazione ITASportPress

Vigilia di campionato per la Sampdoria che è pronta ad ospitare il Milan. A difendere la porta della propria squadra ci sarà, come di consueto, Emil Audero. L'estremo difensore blucerchiato si è raccontanto in una lunga intervista a DAZN.

MONDO SAMP - "Alla Sampdoria mi trovo molto bene. C'è tutto per far bene. Ho degli ottimi compagni, con cui mi sono subito trovato in sintonia. E poi a Genova c'è il mare: ti svegli la mattina, ti aiuta e porta serenità. Mi piace caricare i miei compagni, godermi l’ingresso in campo e avvicinarmi sotto la nostra Gradinata. I nostri tifosi mi caricano moltissimo prima di cominciare. A Quagliarella non do nessuna indicazione sul campo in cui iniziare, semplicemente perché perde sempre al lancio della monetina! Fa ridere, ci scherziamo molto. Poi ho alcuni miei riti: tipo nella foto di squadra devo essere il primo, in alto a destra". E sul rapporto con Giampaolo: "Mi chiede di essere in posizione sempre utile per il reparto di difesa, di essere in condizione di gestire il pallone da dietro. Non posso essere in posizione troppo bassa, distaccato e solo in porta. Sono aspetti su cui lavoriamo tanto perché ogni avversario ti pressa in modo diverso e devi trovare soluzioni diverse. Il nostro ruolo, ormai, è cambiato". E a proposito del suo ruolo, ecco una curiosità: "Quando siamo noi che facciamo la partita, quando non sono molto impegnato e non devo compiere parate, sono un po' isolato. Non è semplice. E così parlo da solo, anche a costo di sembrare stupido. Perché così posso rimanere in partita".

SEGRETI - Ma non c'è stata solo la Sampdoria nella carriera di Audero. Lui, infatti, fino a poche settimane fa era di proprietà della Juventus. E in casa bianconera ha potuto vivere la quotidianetà con Gianluigi Buffon: "Quando cresci con Buffon hai la possibilità di cogliere delle cose che, dalla tv oppure da avversario, non puoi cogliere. La quotidianità di un campione, come si approccia alle partite, come si atteggia. Io cercavo di guardarlo, di osservarlo in modo scientifico".