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Sampdoria, i timori di Tonelli: “Coronavirus? L’incertezza crea stop mentale. Con Ranieri contatti ogni giorno su WhatsApp”

Tonelli, getty images

"Taglio agli stipendi? Ognuno deve fare la sua parte sperando che tutti, imprenditori e dipendenti, alla fine da questa incredibile crisi escano con meno perdite possibili"

Redazione ITASportPress

Lorenzo Tonelli si racconta e lo fa ai microfoni de Il Secolo XIX. Momento delicato a causa dell'emergenza coronavirus per tutto il mondo dello sport, il difensore della Sampdoria, una delle squadre più colpite dal Covid-19, ha parlato delle sue emozioni e sensazioni in questo periodo. Ecco alcune sue dichiarazioni:

MOMENTO - "Non sono il tipo che si lascia prendere dal panico, ovvio che la preoccupazione c’è, soprattutto per i miei figli, Matia e Sofia, però credo che si debba sempre reagire alle difficoltà e non assecondarle". E sulle differenze tra lo stop per infortunio e questa quarantena forzata: "È molto diverso. Questo clima di incertezza crea una sorta di stop anche a livello mentale. Quando sei infortunato l’obiettivo è rientrare il prima possibile, ora cerchi di non perdere la condizione fisica ma prepararti senza sapere se e quando si giocherà, è dura".

RANIERI E SQUADRA - "Se ci sentiamo col mister? Sì, tutti i giorni avendo un gruppo su whatsapp. Ci teniamo aggiornati sulle condizioni di tutti, sugli allenamenti fatti e da fare, persino sulla spesa. La preoccupazione c’è stata, negarla sarebbe da ipocriti, però per fortuna nessuno di noi è in situazioni preoccupanti, stiamo tutti abbastanza bene, quindi spesso cerchiamo anche di sdrammatizzare con qualche battuta o video o una vignetta che ci fa sorridere".

CAMPIONATOE STIPENDI - "Serie A ormai finita? Non so che provvedimenti saranno presi, sento e leggo che c'è la volontà di proseguire le competizioni sospese ma il tutto deve essere fatto nella massima sicurezza per tutti, noi calciatori ma anche i cittadini e tutti quelli che lavorano intorno al calcio. Lo dico da calciatore, ma anche da figlio e nipote di medici, che oggi in Italia si stanno tutti comportando da autentici eroi". Sul tema stipendi e l'ipotesi della decurtazione di questi: "Non mi piace parlare pubblicamente di soldi e ora è ancora più inopportuno. Ognuno deve fare la sua parte sperando che tutti, imprenditori e dipendenti, alla fine da questa incredibile crisi escano con meno perdite possibili. Sarà dura, lo capisco. Nel calcio come in altri sport ci sono diversi livelli, anche di retribuzione: ci sono molti atleti in Italia con stipendi simili a quelli di lavoratori comuni, non dimentichiamolo".