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Serie A, l’ad De Siervo: “Governo ci ha delusi. Stadi al 50% ma aspettiamo…”

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De Siervo, ad della Lega Serie A, ha annunciato novità sul fronte pubblico negli stadi.

Redazione ITASportPress

L’amministratore delegato della Lega Serie A,Luigi De Siervo, a La Gazzetta dello Sport, ha annunciato nuove novità sul pubblico negli stadi: La delibera dell’Assemblea di Lega riguardava le giornate di gennaio. Da febbraio, dopo la sosta quindi si tornerà certamente al 50%. Con il supporto però del sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ci aspettiamo di salire subito al 75 % o a partire da marzo con il 100%, come già accade in Inghilterra. L’assenza di pubblico è un danno non solo economico per i club ma anche un danno sportivo. Pensiamo al ritorno delle competizioni europee, le nostre squadre italiane che giocheranno all’estero in stadi pieni, non potranno poi ricevere in Italia, tutto il supporto del loro pubblico di casa”.

RISORSE - "Nonostante il lavoro del sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali la politica, ancora una volta, dimostra di non aver capito l’importanza dello sport per gli italiani, dell’attività di base, della competitività del sistema sportivo e soprattutto della Serie A, che dovrebbe essere la locomotiva e che invece viene abbandonata con danni permanenti. Ricordiamo che il calcio è una delle principali 10 industrie italiane: appassiona oltre 32 milioni di persone e dà lavoro a più di 300mila. Sono numeri che meritano considerazione e rispetto da parte del governo: versiamo ogni anno 1,2 miliardi di contribuzione, non aiutarci in modo adeguato significa fare un autogol al sistema Italia».

Dove ci si poteva spingere?

«Almeno avrebbero potuto concedere una rateizzazione, per almeno 3 anni, delle tasse dovute dalle nostre squadre: mi auguro che, in zona Cesarini, il governo consenta almeno di differire i termini. Si poteva anche prevedere un prelievo della cifra delle scommesse sportive effettuate sulle nostre gare e su cui lo Stato continua a guadagnare miliardi. Ci sono alcune misure a costo zero che possono dare sollievo al nostro settore, come il ripristino della pubblicità per le aziende di betting. È bene ricordare che ad oggi solo i 20 presidenti di A hanno perso oltre un miliardo e mezzo. Rialzarsi e tornare competitivi sarà molto, ma molto complesso. Anche perché negli altri Stati europei hanno deciso di sostenere concretamente lo sport. La scelta di abbandonare il calcio di vertice è folle, tant’è che in paesi vicini come la Francia sono stati destinati oltre un miliardo di aiuti, tra ristori diretti e prestiti agevolati. Rischiamo di pagare questa scelta scellerata per i prossimi 10 anni in cui faremo fatica a essere competitivi».

Pensa che anche gli altri attori potrebbero dare un contributo?

«Tutti devono fare loro parte se vogliamo salvare e sostenere il sistema. Ci aspettiamo, quindi, un gesto di responsabilità seria anche da parte dei protagonisti del gioco. In questo mondo calciatori, allenatori e procuratori rappresentano categorie privilegiate che hanno beneficiato del continuo sviluppo del calcio negli ultimi anni e adesso dovrebbero fare qualcosa di concreto per aiutare la sopravvivenza del sistema. Potrebbero rinunciare almeno a un mese dei loro emolumenti. Non possono essere così egoisti, nascondendosi dietro ai contratti firmati prima del covid, in un’altra epoca. Non possono girarsi dall’altra parte mentre la barca affonda».

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