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Serie A, soldi agli agenti nel 2020: i club che hanno pagato di più

La Figc ha pubblicato i dati per il 2020 con la Juventus al comando

Redazione ITASportPress

I soldi del sistema calcio finiscono nelle tasche degli agenti. Si calcola che più del 60% esca fuori dal sistema e non consenta al calcio di crescere. Come riporta oggi la Gazzetta dello Sport, nel 2020 le società di Serie A hanno speso 138 milioni di euro per le parcelle degli agenti sportivi. Invece nel 2019 il totale aveva toccato quota 187 milioni: vale a dire ben il 26 per cento in meno. I cosiddetti dati aggregati sono forniti dalla Federcalcio e sono un importante spicchio di trasparenza.

 Adrien Rabiot, Juventus (Getty Images)

I CLUB CHE FANNO RICCHI GLI AGENTI - Sul podio c'è la Juventus con un esborso di 20,8 milioni di euro, poi la Roma con 19,2 milioni e il Milan a quota 14,3. Fuori dal podio il Napoli a 12,1. Delle cosiddette big della Serie A chi fa meglio è l’Inter al sesto posto: 9,1 milioni dietro la Fiorentina con 9,7. Atalanta con 6,0 è settima e ottavo il Sassuolo con 5,8. Nella classifica ci sono anche i club della provincia che elargiscono pochi quattrini agli agenti: il Benevento un milione, il Crotone 960mila euro, chiude lo Spezia con 870mila euro. Una emorragia che non riesce a fermarsi neanche in tempi di Covid dove il calcio è stato investito da una crisi senza precedenti. Così è inevitabile una sforbiciata ai trasferimenti onerosi, alle commissioni per gli agenti.

 sede figc Getty Images

IL NUOVO REGOLAMENTO -  Nel frattempo la Figc ha licenziato il nuovo regolamento nazionale, armonizzandolo con quello del Coni. Due le decisioni più significative: nessun tetto ai compensi e una liberalizzazione degli agenti che operano all’estero. Si è scelto di non indicare una percentuale massima nelle retribuzioni in attesa che la Fifa indichi il suo tetto: per ora, dunque, tutto resta aperto. E veniamo al capitolo dei procuratori esteri. La federazione si è adeguata a una direttiva dell’Unione europea, così chi è iscritto in un Paese straniero può domiciliarsi presso un collega iscritto all’albo italiano. È il caso anche di Francesco Totti, che è in possesso di una licenza inglese.