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Sorrentino: “Quella trasferta a seguire Maradona mi salvò la vita. Nel 1990 tifai Argentina contro Italia”

Le parole del regista in un'intervista al "Corriere della Sera".

Redazione ITASportPress

In un'intervista al Corriere della Sera, il regista, Premio Oscar, Paolo Sorrentino, parla della sua passione per il Napoli: "La prima volta che mio padre mi portò al San Paolo a vedere il Napoli ero molto piccolo. Il regista era Juliano, l’allenatore Vinicio, “o lione”. Papà era un tifoso personale di Vinicio, quando lo mandarono via smise di andare allo stadio. A dieci anni mi abbonai al Napoli di Krol. Maradona non l’ho mai conosciuto: gli ho parlato pochi secondi, quando mi chiamò sull’aereo che stava per decollare da Los Angeles dopo l’Oscar, con la hostess che mi diceva di spegnere. L’ho messo in scena in The youth: un attore argentino che palleggia con una pallina da tennis; ma è un trucco del computer. Messi non avrà mai il carisma di Diego, venuto a riscattare una squadra e una città che non avevano mai vinto. Cosa ho fatto nella semifinale del 1990 Italia-Argentina? Come tutto il San Paolo: Argentina. Non puoi tifare contro l’uomo che ti ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente. Mio padre e mia madre morirono nel sonno".