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Sturaro: “Coronavirus? Provo ansia, paura, incertezza e dolore. La prima cosa che farò quando sarà tutto finito…”

Sturaro (getty images)

Il centrocampista del Genoa si racconta: "Mi mancano i compagni, la vita nello spogliatoio..."

Redazione ITASportPress

Stefano Sturaro si confessa a Il Secolo XIX. Il centrocampista del Genoa vive queste settimane di quarantena con molti sentimenti contrastanti. Dai timori derivanti dall'emergenza coronavirus, alla voglia di tornare alla normalità con il pallone sempre nei suoi pensieri.

A CASA - "Come sto vivendo questo stop? A casa con la mia famiglia. Stiamo bene. Mi sono allenato molto. E il livello dell’impegno potrà alzarsi con la graduale possibilità di uscire e correre in un territorio come la nostra Liguria. Ho rispolverato un’antica passione: piante e giardinaggio". "Cosa provo davanti a questa pandemia? Ansia, paura, incertezza. E dolore per chi ha sofferto ed è stato colpito negli affetti. L’epidemia ha coinvolto tutti, o quasi, anche per le conseguenze sul lavoro di ognuno. Medici e infermieri sono gli eroi di oggi: giusto fare per loro tutto quel che si può. Viene dal cuore e non sarà mai abbastanza per sdebitarsi sino in fondo".

NORMALITA' - "Cosa mi manca di più e cosa farò quando tornerà la normalità? Mi mancano i compagni, la vita nello spogliatoio, i rituali del gruppo, il puntare agli obiettivi. E mi manca il calcio, la mia passione più forte. La prima cosa? Un caffè al porto con gli amici. E poi una colazione al bar, una giornata di sole, una passeggiata. Cose semplici. La ricerca della normalità perduta". E ancora sul calcio e sul suo personale ritorno dopo l'infortunio: "Si dice che occorra lo stesso tempo della riabilitazione per tornare in forma: 6 mesi per tornare e 6 per carburare. Stavo iniziando ad andare bene prima dello stop".

FUTURO - E sul futuro, suo e di squadra, Sturaro ha detto: "L’obiettivo di oggi è quello concludere bene il campionato, solo se se ci saranno le condizioni per farlo. Il sogno per il futuro è aiutare il Genoa a consolidare stabilità e ambizioni, alzando l’asticella dei traguardi per cui competere". Il tutto senza dimenticare la Nazionale in vista Europeo 2021: "In Nazionale ho vissuto belle emozioni, sin dalle Under. Resta un punto di arrivo, e ammetto che ogni tanto ci penso anche se rimango concentrato sul Genoa: il treno azzurro passa da qui. Nel 2016 il ct Conte aveva costruito un gruppo di 'operai' in cui ognuno dava il 100%. Eravamo la squadra del popolo, se così si può dire".