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Suso: “Non capisco una cosa degli italiani, l’ossessione per il Fantacalcio”

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Le parole dell'attaccante del Milan a Il Fatto Quotidiano

Redazione ITASportPress

Suso, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha parlato a 360° della sua vita e dell'avventura al Milan: “Al Liverpool, a un certo punto, mi resi conto che non era più il mio ambiente. Ero il primo a non crederci più, e se sei giovane e non ci credi allora è finita. Meglio cambiare aria. Inzaghi mi ha visto poco. D’estate ho chiesto di giocare o di andare in prestito: per Mihajlovic, dopo la prima partita, sono scomparso. Così sono andato al Genoa. Berlusconi mi notò dopo un’amichevole con la Reggina. Feci due reti. In effetti giocai bene. il Milan può arrivare in Champions League. L’anno scorso ho fatto bene, ma ricordo che contro la Lazio in casa andai male. Ero stanco morto e Montella mi ha tolto. Giustamente. Rientrato nello spogliatoio, ho pensato: ‘Oggi hai proprio giocato male!’. Il rigore nella Supercoppa a Buffon? Diciamo che ho dato per scontato che Buffon si sarebbe mosso. Ci ho sperato. A Empoli avevo detto “Lo tiro di qua”, poi avevo visto muoversi il portiere e allora ho detto “Lo tiro di qua”. E lui me l’ha parata”.

Infine Suso svela un suo lato personale molto particolare, un suo carattere schivo e tranquillo al contrario di tanti suoi colleghi nel mondo del calcio: “Sono uno che non esce quasi mai di casa. Non vado alle feste, se vado al cinema è per fare contenta la mia fidanzata. La cosa che amo di più è starmene a casa, guardare la tivù e portare a spasso i miei cani. Comunque c’è una cosa che, di voi italiani, capisco poco: l’ossessione per il Fantacalcio“.