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Tanti auguri Moratti: la lettera dell’ex presidente all’Inter

Massimo Moratti (getty images)

L'ex patron compie 75 anni e ha scritto un messaggio ai tifosi nerazzurri

Redazione ITASportPress

"Non ho mai perso il sonno prima delle partite più importanti ma spesso, quasi sempre, l’Inter è stato l’ultimo mio pensiero prima di addormentarmi", sono queste le parole scelte da Massimo Moratti, ex presidente dell'Inter, che nel giorno del suo 75esimo compleanno ha voluto dedicare una lunga lettera a tutto il popolo nerazzurro. "Un pensiero dolce, fatto di fantasie di campo: tratteggiavo nella mente azioni e possibili giocate dei nostri campioni. Ragionamenti da tifoso, rilassanti. Poi, la mattina, si passava alla dimensione più pratica: scelte, decisioni, impegni", ha proseguito l'ex patron.

Moratti, presidente e non solo

Ma nelle parole di Moratti anche la difficoltà, ma anche il piacere, di rappresentare un mondo, quello nerazzurro: "E nonostante fossi consapevole che dai risultati dipendeva anche la felicità di tanti tifosi, non ho mai vissuto il mio ruolo come un peso, come qualcosa di faticoso. È vero, le sconfitte fanno più male di quanto facciano bene le vittorie, perché sono più dure da dimenticare. Però ho sempre guardato avanti con fiducia. E alle partite ho sempre cercato di esserci: allo stadio non sei solo, in qualche modo puoi cercare di allentare la tensione confrontandoti con gli altri, il contesto aiuta a distrarti un po’ da quello che è il senso della partita. Seguirle da casa, invece, mi ha sempre costretto a sofferenze extra: intanto perché ti dispiace non essere sul posto. E poi perché non hai nessuno con cui condividere, con cui arrabbiarti. Paradossalmente, arrivavo persino a prendermela con il presidente, quando le cose non andavano bene, come avrebbe fatto un qualsiasi tifoso appassionato, pur sapendo benissimo che il presidente ero io".

Il Triplete e la vittoria della Champions

 Moratti Mourinho (getty images)

E poi c'è un ricordo che resta indelebile nella mente di Moratti: quel 2010 e il Triplete ottenuto con Mourinho: "Kiev e Londra sono state due tappe fondamentali di quella cavalcata. In Ucraina non andai. Avevamo di fronte quel Shevchenko che ci aveva sempre dato parecchio fastidio. Con il Chelsea, invece, è stata la vera prova di maturità. Di Barcellona-Inter si ricorda spesso il fischio finale, la mia esultanza ricomposta subito nel saluto al presidente del Barcellona. Ma qualche minuto prima, senza gli occhi addosso delle telecamere, era successo qualcos’altro. Ho sentito una fitta al cuore. Il tempo si è fermato. Non ho percepito più alcun rumore. Ho visto l’arbitro fare un passo, girarsi e indicare la punizione. Solo in quel momento il tempo ha ricominciato a scorrere, i colori sono tornati. Alla mia destra Joan Laporta era scattato in piedi, esultante. Io, seduto. Gli ho afferrato il braccio sinistro: “Lo hanno annullato”, gli ho detto. Sì, il gol di Bojan era stato annullato", ha ricordato Moratti.

Nuova famiglia

 Steven Zhang (getty images)

La conclusione è la degna sintesi di quello che è sempre stato Moratti: un tifoso. Tutto questo succedeva 10 anni fa. Non sono svaniti i ricordi, non sono sbiadite le emozioni. Alla guida ell'Inter, ora, c'è una famiglia che ha la stessa passione, Steven Zhang mi ha più volte ribadito il suo orgoglio nell’essere il presidente di questo club: è giovane, intelligente e sensibile. Ed è interista. C’è una sola parola che può descrivere al meglio gli interisti: innamorati. Ne abbiamo tutte le qualità, i difetti e i pregi. Il nostro è un amore incondizionato per i colori nerazzurri. Sarà così per sempre".