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PRESENTE E FUTURO

Tonelli cuore Samp: “Vorrei chiudere carriera qui. Ranieri? Più segreti di quel che si pensa”

Sampdoria Tonelli (getty images)

Il difensore ha affrontato diversi temi dell'attualità calcistica italiana. Dal club blucerchiato fino al mancato arrivo di Sarri alla Roma

Redazione ITASportPress

Il difensore della Sampdoria Lorenzo Tonelli ha parlato nel corso di un'intervista a Il Secolo XIX in merito alla stagione dei blucerchiati ma anche in vista del futuro con particolare riferimento alla sua volontà di chiudere la carriera da professionista in Liguria. Tra i temi trattati dal classe 1990 anche la questione tecnico col destino di Claudio Ranieri ancora in bilico.

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 Tonelli, getty images

"La mia alternanza con Yoshida in difesa? Ormai alla mia età ho imparato che c’è tempo per tutto. Il mister tenendoci tutti sulla corda ti fa stare più sul pezzo, è uno stimolo il suo. E comunque ha dimostrato di saper buttare nella mischia al momento giusto chi sta meglio, a prescindere dal nome. È un pregio", ha detto Tonelli su Ranieri. Proprio sul tecnico: "Non sono presidente (ride ndr). Da giocatore certamente dico di sì: con lui ci siamo trovati bene tutti, è una persona che riesce a darti una tranquillità assoluta, lì per lì uno può pensare “non siamo troppo calmi?”, io ho avuto allenatori che quasi la mettevano sulla rissa per spronarti. Lui esige la stessa intensità ma trasmettendo serenità. Mi sono accorto che è un’arma vincente. Secondo me Ranieri ha più segreti di quello che possiamo pensare".

Sul suo futuro: "Chiudere la carriera alla Sampdoria? Sì, l’ho già detto, ho fatto anche qualche battuta diretta al presidente, ora vediamo se mi risponde. Non voglio diventare troppo petulante". Sulla stagione e sull'assenza dei tifosi: "Il mio gol al derby? Occupa una posizione molto alta tra i mie gol, ma senza pubblico ha perso il 50% del suo valore per i motivi che dicevo prima. E non è stato il gol vittoria... Senza tifosi trovo sempre difficile esaltarsi, di un gesto tecnico in campo ti esaltavi per il rimando di frastuono che ti arrivava dagli spalti, che fosse gioia o rabbia. Senza tifosi è un calcio apatico, forse giocare è pure più facile ma a me non piace, io mi carico col pubblico, specie quello contro".

Un pensiero anche su Maurizio Sarri, suo mentore, che era dato per favorito alla guida della Roma prima dell'ufficialità dell'arrivo di Mourinho: "Vado controcorrente: io non sono per i nomi, amo un allenatore che porta risultati, non solo vittorie e trofei, con un modo di pensare calcio che trasmette alla squadra. Mi dispiace per Sarri, dentro di me ho pensato che la Roma potesse essere la piazza giusta per lui. Non come a Torino dov’era più difficile entrare nella testa dei giocatori. Vedremo Mou".

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