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Toni racconta: “Nel 2012 tornai alla Fiorentina grazie a… Berbatov”

Le parole dell'ex viola

Redazione ITASportPress

La Fiorentina ha rappresentato molto per Luca Toni. E' stata il trampolino verso la consacrazione al Mondiale nel 2006 e la conquista della Scarpa d'oro nello stesso anno. E' stata l'occasione per rilanciarsi dopo due stagioni complicate. L'ex attaccante azzurro ha ricordato la sua esperienza in Toscana nel corso di una diretta Instagram con il club viola: "Nel 2005 la piazza mi piaceva. Parlai sia con Prandelli che Corvino e poi decisi di approdare alla Fiorentina. Venivo da due anni importanti a Palermo, avevo fatto bene al Franchi da avversario e il mister mi voleva fortemente. La trattativa però non fu semplice, anzi: i rosanero volevano molti soldi e Corvino non voleva spendere, quindi il tutto si protrasse per molto tempo. Il gruppo viola era fantastico, andavamo sempre a cena insieme: è stato forse questo il segreto per raggiungere tutti quei risultati".

RIBERY - Toni si sofferma anche sul rapporto con Franck Ribery, stella attuale della Fiorentina e suo grande amico: "Anche con lui andavo spesso a cena fuori, ero sempre insieme a Franck a Monaco. Sapevo che aveva ancora voglia di giocare dopo il mancato rinnovo con il Bayern Monaco e ho pensato che Firenze potesse essere la piazza perfetta per lui: la Fiorentina oggi ha un giocatore importante e un uomo spogliatoio, soprattutto per i giovani talenti gigliati Ribery è fondamentale".

DIRIGENZA - Poi l'ex bomber parla dell'attuale dirigenza della Viola: "Secondo me c'era la necessità di un cambiamento. I Della Valle hanno riportato la Fiorentina in Serie A dalla C2 e con loro ho sempre avuto un ottimo rapporto, ma come in tutte le cose arriva il momento in cui qualcosa si rompe e c'è quindi bisogno di cambiare. La nuova proprietà ha una mentalità molto più europea ed è molto entusiasta: si può avere un modello diverso perché si parla di stadio nuovo, centro sportivo...".

RITORNO - Infine un commento sul suo ritorno nel 2012: "I viola dovevano prendere Berbatov che però perse l'aereo: vidi Pradè che mi disse che mi stavano cercando. È stato come tornare a casa, l'inizio della mia seconda carriera. Ho fatto altre grandi stagioni a Verona poi da quando sono tornato in Italia".