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Torino, Cairo: “Se si torna a giocare adesso si creano difficoltà per la prossima stagione”

Pallone (Getty images)

Il dissenso del presidente del Torino a tornare a giocare

Redazione ITASportPress

Non usa mezze misure nel pomeriggio alla trasmissione Un Giorno da Pecora su Rai Radio 1 il presidente del Torino Urbano Cairo, quando gli viene chiesto se ritiene giusto riprendere a giocare. “La data c’è, potrebbe essere il 13 o il 20 giugno, c’è pure il protocollo. Vediamo, dobbiamo metterci in pista - riflette il presidente Cairo -. A questo punto, però, il tema vero è che adesso per i calciatori riprendere sarà molto faticoso perché, dopo tanti mesi fermi a casa, sono a rischio di infortuni. E infatti stanno andando piano, in questo momento, perché hanno paura di farsi male. La ripartenza del calcio è una cosa abbastanza complicata, anche perché il calcio è uno sport di contatto. Io ho votato come gli altri per la ripresa, ma qualche dubbio ce l’ho. Poi sono anche uno che si uniforma: se si deve giocare, si giochi. E ci prepareremo al meglio”.

 Cairo (Getty Images)

IL RISCHIO DI COMPROMETTERE DUE STAGIONI

Come già accaduto in Germania, anche in Italia il campionato ripartirà senza pubblico. “E a porte chiuse non è un grande spettacolo”, osserva Cairo. C’è poi un altro tema particolarmente dedicato: concludere a tutti i costi questa stagione rischia di creare difficoltà anche alla prossima stagione, la 2020-2021, fino al punto di far sorgere il rischio di compromettere due annate. “E’ un altro tema molto complicato. Con le premesse attuali, noi ci dedicheremo a questo campionato fino al 20 agosto, ma poi come faremo per il prossimo? Ricordiamo che ai calciatori vanno concesse due o tre settimane di vacanza, e in più avranno bisogno di un altro mese per la preparazione atletica. Questo vuol dire che se si finisce il 20 agosto, si ripartirà il 20 ottobre. In una stagione nella quale ci sarà alla fine anche l’Europeo, a me sembra un po’ complicato”.

NO A PLAYOFF E PLAYOUT

L’ultimo tema toccato da Cairo riguarda l’ipotesi di ricorrere ai playoff e ai playout se il campionato non si potrà concludere. “Mi limito ad osservare che se non si può finire il campionato, non vedo il senso di fare playoff e playout. Nel senso che se non si può giocare, non si può giocare e basta. Se invece si può giocare, allora giochiamo tutte le partite del campionato. Cambiare le regole del gioco in corsa espone a mille ricorsi” riporta la Gazzetta dello Sport.