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Palermo, Marino: “A Catania avevo una Ferrari e bastò un anno per la A. Adesso vorrei…”

(Getty Images)

L'ex allenatore degli etnei adesso allena il Palermo

Redazione ITASportPress

A Catania fu un successo con gli etnei promossi in Serie A nel 2006 con Pasquale Marino condottiero in panchina. Ma il tecnico adesso è sulla sponda rosanero e vuole portare al primo affondo nel massimo campionato di calcio il suo Palermo. Alla Gazzetta dello Sport Marino ha detto: «La gavetta. Io l’ho fatta, e aiuta. E’ difficile andare dalle elementari al liceo direttamente. A 35 anni ho smesso di giocare a Catania e senza riflettere un mese e mezzo dopo ero sulla panchina del Milazzo».

Più avanti arriverà il Catania, dal 2005 al 2007, con promozione in A e salvezza.

«Avevo una Ferrari ed ero neopatentato: avevo due anni per andare in A, ne è bastato uno».

 (Getty Images)

E adesso il cerchio si chiude.

«Non è poco. Da siciliano mi devo ripetere. Anche qui ho due anni di tempo».

Cosa ha pensato quando l’ha chiamata una proprietà che non era sicura di iscriversi?

«Avevo chiuso da pochi giorni il rapporto con lo Spezia. Mi ha cercato Lucchesi, mi ha chiesto di aspettare qualche giorno. Quando ci siamo visti mi ha rassicurato che tutto sarebbe stato sistemato. L’unico problema è stato parlare di giocatori: qualcuno era preoccupato per l’iscrizione, qualche occasione l’abbiamo persa (Sampirisi, ndr), ma adesso non ci sono più dubbi».

Ha lasciato lo Spezia un po’ a sorpresa. Perché?

«Mi avevano proposto il rinnovo, poi la società nel comunicato ha detto che ci sono state divergenze e a me va bene che si dica così: meglio lasciarci da buoni amici. E’ stata una bella esperienza, ringrazio tutti».

Con il Palermo sarà l’ennesimo tentativo...

«Fare l’iscrizione è come vincere un campionato, visti i sacrifici che sta facendo la proprietà. Ora abbiamo due anni per riportarlo in A».

Magari la Sicilia le porta bene, visto che a Catania...

«Lavorare a casa mi trasmette entusiasmo, ma anche responsabilità. Da siciliano so cosa significa allenare il Palermo».

Palermo sarà la piazza più attesa in Serie B: sarà anche la squadra più forte?

«Questa maglia pesa. Dobbiamo costruire la squadra pensando anche a quello, con giocatori di personalità».

Il Palermo dopo 5 anni ritrova il derby con il Trapani. Una partita che lei sente molto...

«Tra Trapani e Marsala non corre buon sangue. Ho sfidato il Trapani da giocatore col Siracusa, in panchina diverse volte. E’ la gara che sento di più».

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