SERIE B

Serie B, gli Under 23 italiani giocano il 19,6% del minutaggio generale

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La Serie B presenta uno studio sulle politiche giovanili. Il presidente della FIGC: “Non si può azzerare tutto il lavoro fatto fino ad oggi, stiamo producendo talenti, ma chiediamoci perché i giovani si perdono quando devono fare il salto di...

Redazione ITASportPress

In un momento difficile del calcio italiano, in cui la parola crisi è all’ordine del giorno legata soprattutto ai giovani talenti, la Serie B, attraverso il suo presidente Mauro Balata – che è anche capo delegazione della Nazionale Under 21 – ha divulgato una serie di dati ufficiali sulle politiche giovanili nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi nella sede della FIGC. “La Serie B – dichiara Balata illustrando lo studio - è un baluardo dell'italianità nel calcio. Questi ragazzi rappresentano un patrimonio anche in vista dei mondiali del 2026, bisogna tutelare i giovani. Sono un loro difensore e per noi sono un arricchimento. E' chiaro che vanno messi insieme a persone più esperte. Giocando titolari e facendo esperienza in B, diventano calciatori importantissimi pronti per i palcoscenici nazionali e internazionali. Se non si supera questo pregiudizio, non tanto da noi, ma in altre leghe, non riusciamo a risolvere questo problema che ha una matrice culturale”.

Dai dati raccolti emerge che i giovani italiani Under 23 giocano il 19,6% del minutaggio complessivo dei calciatori in Serie B, mentre gli Under 21 convocabili dalla selezione di Paolo Nicolato si attestano al 7,4% del totale. Allargando al minutaggio generale dei giocatori italiani senza particolari fasce di età, invece, la percentuale aumenta addirittura al 71,8%. Per quanto riguarda la Primavera il dato degli italiani è pari al 90% della rosa.

“Stiamo cercando di rafforzare questa mission – sottolinea ancora Balata – inserendo più calciatori nell’Under 21, ma per portare avanti questo ragionamento dobbiamo essere tutti uniti per tutelare giovani italiani che molto spesso sono più bravi di tanti stranieri nel nostro campionato”.

Dal canto suo il presidente della FIGC Gabriele Gravina, che ha fatto gli onori di casa, ha ringraziato Balata per il lavoro approfondito presentato oggi. Secondo il presidente federale l’elemento più significativo di questa ricerca è legato al campionato Primavera: “Il problema dei giovani sembra quasi essere risolutivo di una certa situazione, ma penso che sia un errore strategico e, dicendo questo, so di andare incontro a qualche critica. Sento parlare ancora di rivoluzione. Permettetemi una precisazione: io parlerei di evoluzione. Quello che voglio dire è che non è possibile che dall´11 luglio al 24 marzo, tutto il lavoro positivo fatto dalla federazione improvvisamente deve essere accantonato e gettato alle ortiche per ricominciare da zero. C´è un errore di valutazione - aggiunge Gravina – perché, mentre soffrivamo per l´eliminazione dal Mondiale, tutta la filiera azzurra dall´Under 16 all´Under 21 è riuscita a fare cose importanti a livello internazionale. Sarei molto attento nell´azzerare quello che abbiamo fatto. Stiamo producendo dei talenti, li stiamo valorizzando, poi le opportunità per diventare campioni sfumano. Dobbiamo riflettere su questo, sul fatto che i giovani si perdono quando devono fare il salto di qualità”.

Ma cosa si può fare per favorire l’inserimento dei giovani? “Le regole – replica il presidente della FIGC – esistono già, ma è ancora poco rispetto ad altre realtà a livello internazionale. Leggo che la politica si interessa molto al calcio italiano, ma al di là delle pacche sulle spalle l'11 luglio (dopo la vittoria agli Europei, ndr), ci farebbe piacere qualche provvedimento coerente con lo sviluppo del calcio italiano, la norma del decreto crescita ad esempio dobbiamo calarla nella realtà del mondo del calcio. Avvengono distonie nel nostro mondo che non possiamo più accettare. Spero che ogni protagonista nel proprio ambito possa assumersi le proprie responsabilità”.

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