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IL COMUNICATO

Atletico Madrid, dietrofront sulla Superlega: il comunicato del club spagnolo

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La nota dell'Atletico Madrid sul caso Superlega
Redazione ITASportPress

Nonostante l'iniziale inserimento, l'Atletico Madrid si è da tempo tirato fuori dal progetto Superlega. Una presa di posizione dura e ribadita in queste ore in cui - dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea - la vicenda è il tema di discussione di giornata. "La famiglia del calcio europeo non vuole la Super League. Germania, Francia, Inghilterra, Italia, Spagna (tranne Real Madrid e Barcellona), ecc. non vogliono la Super League" - spiega l'Atletico Madrid. "Siamo favorevoli a proteggere la famiglia del calcio europeo, a salvaguardare i campionati nazionali e a garantire che la qualificazione alle competizioni europee avvenga attraverso le prestazioni sul campo in ogni stagione". - conclude la nota della società spagnola.

La sentenza della Corte di Giustizia UE

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"Le regole FIFA e UEFA subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come ad esempio la Super League e il divieto ai club e ai giocatori di giocare in quelle competizioni sono illegali. Non c'è quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali concorsi sono tali da restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e telespettatori nell’Unione europea.


La Corte rileva che l'organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti media sono, evidentemente, attività economiche. Devono quindi rispettare le regole della concorrenza e rispettare le libertà di movimento, anche se l'esercizio economico dello sport presenta alcune specificità caratteristiche, quali l'esistenza di associazioni dotate di determinati poteri di regolamentazione e controllo e il potere di farlo imporre sanzioni. La Corte rileva inoltre che, parallelamente a tali competenze, anche la FIFA e l'UEFA organizzano competizioni calcistiche.

La Corte ritiene poi che, qualora un'impresa in posizione dominante abbia il potere di determinare le condizioni alle quali le imprese potenzialmente concorrenti possono accedere al mercato, tale potere deve, date le rischio di conflitto di interessi che ne deriva, essere sottoposto a criteri idonei ad assicurarne la sussistenza siano trasparenti, oggettivi, non discriminatori e proporzionati. Tuttavia, i poteri della FIFA e della UEFA lo sono non soggetto a tali criteri. La FIFA e la UEFA stanno quindi abusando di una posizione dominante. Inoltre, data la loro natura arbitraria, le loro norme in materia di approvazione, controllo e sanzioni devono essere ritenute valide restrizioni ingiustificate alla libera prestazione dei servizi".

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