Il calciatore spagnolo ora al Barcellona ha raccontato alcuni momenti complicati vissuti.
Ha già vestito alcune delle maglie di club più importanti del mondo come quelle di Valencia, Manchester City e Barcellona, sua attuale squadra, ed è protagonista pure con la divisa della Nazionale spagnola. Eppure, nella carriera del giovane Ferran Torres non è sempre stato tutto rose e fiori.
A raccontarlo è stato il diretto interessato che, come riportato daLa Vanguardia, ha spiegato come il peso delle aspettative e l'ambiente che lo circondava, lo avevano fatto "cadere in un pozzo senza fondo".
Il periodo in questione è quello relativo al suo trasferimento al Barcellona quando il club stava vivendo un momento delicato dal punto di vista economico e lui era stato pagato la bellezza di quasi 70 milioni (bonus compresi).
"Sentivo di essere caduto in un pozzo senza fondo e non sapevo come uscirne. Non ero mai andato così tanto giù, ma ho promesso a Xavi che sarei tornato ad essere me stesso. Non avevo più fiducia e quindi ho deciso di iniziare a lavorare con uno psicologo. Di solito ci vado una o due volte a settimana e parliamo di tutto, del calcio e della mia vita privata. Devo dire che è stata un’esperienza molto amara, ma allo stesso tempo un’occasione per conoscermi. Ho imparato ad essere felice", ha detto Ferran Torres.
Come detto, a giocare un ruolo in questa sua situazione, anche la cifre che il club aveva speso per lui: "Ho capito che non era colpa mia se mi avevano pagato un prezzo così alto. Io volevo venire perché il Barça è il Barça e non si può dire di no. Xavi mi ha chiamato tante volte, ma lasciare il City non è stato facile. Oggi non sono più ossessionato dal goal. Sono al Barcellona e mi vedo qui per tanti anni ancora. Tutti i compagni mi hanno aiutato, Busquets mi ha detto di stare calmo e che la mia ricompensa sarebbe arrivata".