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Hanno fatto rumore le parole di Mino Raiola contro l'allenatore del Manchester City, Pep Guardiola, pronunciate lo scorso 25 marzo. L'agente, uno dei più potenti al mondo, era andato giù pesante: attacco deciso, pungente, a uno dei migliori allenatori del mondo: "È un codardo, come uomo vale zero, un cane, il classico prete: fai quello che ti dico, ma non fare quello che faccio. Come allenatore è fantastico, ma come uomo vale zero - ha sostenuto l'agente -. Diceva che dovevamo schierarci al suo fianco se ci fossero state delle polemiche, ma poi Ibrahimovic non fu più preso in considerazione e lo ignorò. Non si permise nemmeno di salutarlo. Credo che quest'anno il Manchester City potrà vincere la Champions, ma spero che non succeda, anche perché non ha giocatori miei in rosa".
LA RISPOSTA DI GUARDIOLA - "Il paragone con un cane non è bello, deve rispettare i cani". Pep Guardiola, invece, usa l'ironia per rispondere al procuratore che nelle scorse settimane è tornato alla carica contro il tecnico del Manchester City. Guardiola, in conferenza stampa in vista del super derby contro il Manchester United di José Mourinho, si lascia scivolare addosso gli insulti e ribatte alle dure affermazioni rivelando che "due mesi questa persona mi ha offerto Mkhitaryan e Pogba perché venissero a giocare con noi. Perché mi ha chiesto se Pogba e Mkhytarian volessero giocare con noi? Non sono quel tipo di persona che deve proteggere i suoi giocatori, non può portare a una persona come me i giocatori come farebbe un cane".
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